qweedy
Well-known member
Una nuova missione per l'agente speciale Aloysius Pendergast.
"Un fermacravatta, otto mozziconi di sigaretta e un castello di teorie. È ciò che si lascia dietro il dirottatore del volo Portland-Seattle che il 24 novembre 1971 ha preso in ostaggio i passeggeri, liberandoli solo a fronte di 200.000 dollari di riscatto. Rimasto sull'aereo, ha poi ordinato al pilota di fare rotta verso Città del Messico e si è paracadutato scomparendo nella notte. Mezzo secolo dopo, in Georgia, l'agente speciale dell'FBI Aloysius Pendergast e il collega Armstrong Coldmoon raggiungono Savannah per affiancare la polizia locale in un'indagine dai risvolti raccapriccianti: sono stati rinvenuti due cadaveri svuotati del sangue fino all'ultima goccia. Le notizie corrono veloci e la gente ha paura, pretende risposte. Vengono riesumate vecchie leggende che attirano sul posto ciarlatani e fanatici dell'horror, qualcuno sostiene che il Vampiro di Savannah sia tornato. Mentre la psicosi dilaga e il bilancio delle vittime aumenta, i continui colpi di scena imprimono alle indagini una traiettoria impensata portando Pendergast a immaginare, con l'occhio scaltro del federale che non dimentica i vecchi casi irrisolti, uno scenario che potrebbe collegare questi omicidi all'unico dirottamento aereo rimasto insoluto nella storia degli Stati Uniti."
Gli autori ritornano alle atmosfere di Relic e al tema del soprannaturale e dell'horror. Infatti a tratti mi sembrava di leggere Stephen King. Non amo molto questo genere, e devo anche dire che negli ultimi libri la figura di Pendergast è sempre più pallida ed evanescente, quasi ai margini della scena.
Però questo romanzo ha un colpo di scena finale riguardante Costance.
A chi ama questa serie, consiglio assolutamente tutti i primi romanzi e la trilogia di Helen e di Diogenes (16 libri in tutto).
Negli ultimi libri la figura di Pendergast appare sfocata, sempre più rarefatta e sbiadita. Questo romanzo è, se non erro, il ventesimo.
"Un fermacravatta, otto mozziconi di sigaretta e un castello di teorie. È ciò che si lascia dietro il dirottatore del volo Portland-Seattle che il 24 novembre 1971 ha preso in ostaggio i passeggeri, liberandoli solo a fronte di 200.000 dollari di riscatto. Rimasto sull'aereo, ha poi ordinato al pilota di fare rotta verso Città del Messico e si è paracadutato scomparendo nella notte. Mezzo secolo dopo, in Georgia, l'agente speciale dell'FBI Aloysius Pendergast e il collega Armstrong Coldmoon raggiungono Savannah per affiancare la polizia locale in un'indagine dai risvolti raccapriccianti: sono stati rinvenuti due cadaveri svuotati del sangue fino all'ultima goccia. Le notizie corrono veloci e la gente ha paura, pretende risposte. Vengono riesumate vecchie leggende che attirano sul posto ciarlatani e fanatici dell'horror, qualcuno sostiene che il Vampiro di Savannah sia tornato. Mentre la psicosi dilaga e il bilancio delle vittime aumenta, i continui colpi di scena imprimono alle indagini una traiettoria impensata portando Pendergast a immaginare, con l'occhio scaltro del federale che non dimentica i vecchi casi irrisolti, uno scenario che potrebbe collegare questi omicidi all'unico dirottamento aereo rimasto insoluto nella storia degli Stati Uniti."
Gli autori ritornano alle atmosfere di Relic e al tema del soprannaturale e dell'horror. Infatti a tratti mi sembrava di leggere Stephen King. Non amo molto questo genere, e devo anche dire che negli ultimi libri la figura di Pendergast è sempre più pallida ed evanescente, quasi ai margini della scena.
Però questo romanzo ha un colpo di scena finale riguardante Costance.
A chi ama questa serie, consiglio assolutamente tutti i primi romanzi e la trilogia di Helen e di Diogenes (16 libri in tutto).
Negli ultimi libri la figura di Pendergast appare sfocata, sempre più rarefatta e sbiadita. Questo romanzo è, se non erro, il ventesimo.