Imai Messina, Laura - Quel che affidiamo al vento

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"Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia, in mezzo a cui è installata una cabina, con un telefono non collegato, che trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone vi convogliano ogni anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, che alzano la cornetta per parlare con chi è nell'aldilà. Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent'anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami le sottrasse la gioia di essere al mondo. Ma quando a Bell Gardia Yui incontra Takeshi, la sua vita prende un corso inaspettato. Per rimarginare le ferite di un'esistenza servono coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto di sé. Perché quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo avviene."

Yui è una donna a cui lo tsunami del 2011 ha portato via tutto; Takeshi è un uomo a cui una malattia ha portato via la moglie e ha reso muta la piccola figlia. Due vite, due anime, che decidono di intraprendere un viaggio la cui destinazione è Bell Gardia, un luogo magico in cui è possibile, in un giardino, parlare attraverso un telefono non collegato, con le voci del vento.

L'autrice, nata a Roma, si é trasferita a Tokyo a ventitré anni per perfezionare la lingua e da allora abita stabilmente in Giappone con il marito e i due figli.
Il telefono del vento esiste veramente a Ōtsuchi, in Giappone, una delle zone più colpite dallo tsunami del 11 marzo 2011.
Da tutto il Giappone vi arrivano ogni anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, e sperano di trovare pace alzando la cornetta del telefono in disuso per parlare con i propri cari defunti.
Negli anni sono stati realizzati altri telefoni del vento in altre parti del mondo.

E' un romanzo delicato e intenso sulla perdita e sulla rinascita, un libro ben scritto che parla con conoscenza approfondita del Giappone.
L'ho letto con piacere. Bello!

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Bell Gardia - Giappone

"Yui comprese che l'infelicità aveva sopra le ditate della gioia. Che dentro di noi teniamo premute le impronte dell persone che ci hanno insegnato ad amare, a essere ugualmente felici e infelici. Quelle pochissime persone che ci spiegano come distinguere i sentimenti, e come individuare le zone ibride che ci fanno anche soffrire, ma che ci rendono diversi. Speciali e diversi."

"Per la prima volta dal giorno dello tsunami, accettò di dubitare della fermezza che si era imposta, della decisione di tagliare in due il mondo, quello dei vivi da quello dei morti.
A parlare con chi non c'è più, pensò, non si fa forse nulla di male.
Bastava accettare che le mani non toccassero più nulla, che lo sforzo di memoria fosse tale da riempire le falle, che la gioia di amare si concentrasse non nel ricevere, ma solo nel dare."
 
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