Oyamada, Hiroko - La fabbrica

qweedy

Well-known member
"La fabbrica è grande, grigia e assomiglia in tutto e per tutto a una vera e propria città, con un ponte a due corsie, un servizio di autobus e una propria compagnia di taxi. Vetture e furgoni con il suo celebre logo percorrono tutti i giorni le strade dei dintorni, e non vi è genitore che non auguri ai figli una brillante carriera alle sue dipendenze.
Per la giovane Yoshiko, fresca di laurea, l’assunzione nella fabbrica rappresenta di certo un sogno che si realizza, e poco importa che il lavoro le venga pagato a ore, sia a tempo determinato e preveda un’unica mansione: azionare una macchina distruggi documenti per tutto il giorno, in qualità di membro della cosiddetta «Squadra distruttori».
Il briologo esperto in muschi Yoshio si ritrova a dirigere l’ufficio «sviluppo tetti verdi» del Reparto nuove soluzioni ambientali, che nemmeno esisteva prima del suo arrivo.
L’assunzione nella fabbrica pare provvidenziale anche per Ushiyama, che lavorava come tecnico informatico per una piccola ditta prima di essere licenziato in tronco e senza spiegazioni. Ora lavora come correttore di bozze al Reparto dati e documenti della fabbrica. Ha a che fare solo con fogli di carta, penne e matite e ancora non ha capito se deve ritenersi fortunato.

Tre giovani vite dedicate a una liturgia, il lavoro nella fabbrica, che, come un servizio di culto dovuto a un dio sconosciuto, governa il loro tempo. Che
cosa produce, infatti, la fabbrica? Ed esiste ancora un mondo oltre i suoi confini?
Opera prima di una delle voci giovani piú potenti e singolari del Giappone, La fabbrica ritrae il «titanico ecosistema della vita lavorativa moderna» in cui la vita umana sembra naufragare."

Ognuno dei protagonisti svolge un lavoro senza senso, ripetitivo, precario, sottopagato, demansionato.
La Fabbrica è immensa, inquietante, alienante, un mondo a sé, ma non si capisce che cosa produca e venda, né chi la diriga. La Fabbrica è un ecosistema dove vivono strani animali come i cormorani neri e le lucertole delle lavatrici, e gli interrogativi superano di gran lunga le risposte.

Il finale direi che è lasciato all'interpretazione del lettore, la Fabbrica è un'entità totalizzante e alienante capace di trasformare in modo insidioso e inquietante coloro che vi lavorano.

Non mi è piaciuto, pur essendo breve è stato faticoso arrivare alla fine.
 
Alto