qweedy
Well-known member
"Ogni mattina, da tutte le case prospicienti la spiaggia denominata, quasi fosse un presagio, Le Coup de Vague (alla lettera: «il colpo d’onda»), avanzano, nella melma e nei banchi di sabbia lasciati dall’oceano che via via si ritira, i carretti dei mitilicoltori che vanno a raccogliere ostriche e cozze. Tra loro, Jean e sua zia Hortense, «coriacea, granitica, solida», quasi fosse «fatta anche lei di calcare». È Hortense, insieme alla sorella Émilie, con la sua «faccia da suora», a mandare avanti la casa e l’azienda. E dalle zie Jean si lascia passivamente coccolare e tiranneggiare: gli va bene così, ha una motocicletta nuova, le partite a biliardo con gli amici e tutte le donne che vuole, perché è un pezzo di marcantonio, con i capelli neri e gli occhi azzurri. Quando però la ragazza che frequenta da alcuni mesi gli annuncia di essere incinta, la monotona serenità della loro vita viene travolta da qualcosa che assomiglia proprio a un’ondata, improvvisa, violenta. A sistemare la faccenda ci pensa, naturalmente, zia Hortense: basta conoscere il medico giusto, e pagare. Ma qualcosa va storto, e Jean è costretto a sposarla, quella Marthe pallida, spenta e sempre più malata, di cui le zie si prendono cura con zelo occhiuto e soffocante..."
Simenon scrisse questo libro nel 1938, a Beynac, in Dordogna, pubblicandolo a puntate, sul settimanale Marianne. La vicenda si svolge in un villaggio francese, popolato da mitilicoltori e all’ombra della fattoria del Coup de vague, ovvero del colpo d’onda. Come quello ordito dalle zie di Jean che costruiscono attorno a lui una commedia, una vera e propria commedia umana.
Ciascuno contribuisce di suo nel tenere in piedi questo teatrino delle apparenze, in cui si è tenuti “…a fare le cose come si deve…”. Per esempio indossare cappello e guanti per fare visita a due vicine che vivono a soli seicento metri di distanza. E fare le domande e dare le risposte come da copione, perché “le parole non avevano importanza. Ciò che contava era il cerimoniale”.
“C’era sempre una pentola sul fuoco e buoni odori di cucina che si diffondevano per la casa”, leggiamo nelle prime pagine. A cui risponde, verso la fine, questo passaggio: “La casa era surriscaldata. La cena cuoceva a fuoco lento, come le loro vite”.
Consigliatissimo! I romanzi di Simenon senza Maigret sono secondo me i migliori!
Simenon scrisse questo libro nel 1938, a Beynac, in Dordogna, pubblicandolo a puntate, sul settimanale Marianne. La vicenda si svolge in un villaggio francese, popolato da mitilicoltori e all’ombra della fattoria del Coup de vague, ovvero del colpo d’onda. Come quello ordito dalle zie di Jean che costruiscono attorno a lui una commedia, una vera e propria commedia umana.
Ciascuno contribuisce di suo nel tenere in piedi questo teatrino delle apparenze, in cui si è tenuti “…a fare le cose come si deve…”. Per esempio indossare cappello e guanti per fare visita a due vicine che vivono a soli seicento metri di distanza. E fare le domande e dare le risposte come da copione, perché “le parole non avevano importanza. Ciò che contava era il cerimoniale”.
“C’era sempre una pentola sul fuoco e buoni odori di cucina che si diffondevano per la casa”, leggiamo nelle prime pagine. A cui risponde, verso la fine, questo passaggio: “La casa era surriscaldata. La cena cuoceva a fuoco lento, come le loro vite”.
Consigliatissimo! I romanzi di Simenon senza Maigret sono secondo me i migliori!