Silvestri, Raffaella - La fragilità delle certezze

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
È il secondo romanzo di questa scrittrice nata a Milano nel 1984 ma vissuta anche a Londra ed Helsinki.
Per me però è stato il primo e devo ringraziare per l'ennesima volta i fornitori di telefonia (o energia elettrica) che me l'hanno regalato in versione ebook.
Il titolo mi aveva da subito affascinata ma la storia era iniziata in maniera un po' troppo "tecnica" per i miei gusti (si parla di impresa in startup, parola per me sconosciuta prima) tanto che mi ero un po' avvilita e volevo quasi abbandonarlo. Invece poi è cambiata, e forse mi sono abituata pure io, così mi ha saputo conquistare anche per la raffinatezza con cui è scritta.
La consiglio perché è moderna, i protagonisti guardano al futuro, ma senza dimenticare il nostro e il loro passato. E poi non mancano gli spunti di riflessione sociale e personale.
 
Ultima modifica:

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Posto qualche citazione che mi ha colpita, anche per farvi rendere conto del suo stile:

Aveva provato quella specie di infatuazione di quando incontriamo un nuovo amico e gli riversiamo addosso la nostra vita, come se solo lui dovesse capirla.

Ma la normalità accadeva di rado. Più spesso Anna era circondata da una cappa, lo strato di polvere che si accumula su una lampadina e le impedisce di splendere. Uno strato di polvere spesso e scuro, di quando la polvere assume quella consistenza vischiosa, unta, e diventa meno poetica, diventa
sporco. Sulla polvere basta soffiarci. Sullo sporco devi grattare; e l'energia di strofinare, di scrollare, di ripulirsi, Anna non ce l'aveva quasi mai.

La mancanza di divertimento era diventata malinconia, e la malinconia una condizione perenne che era voglia di non essere, di non vivere.

Ci sono momenti della vita in cui collezioni fallimenti, storture grandi e piccole, li inanelli uno dietro l'altro, fallimenti che dipendono da te, che dipendono dall'allineamento degli astri, da come reagisci tu agli eventi, momenti in cui il mondo ti manda il chiaro messaggio in loop che sei sbagliata, che non vali niente, che non farai mai niente di lodevole e che nessuno, nessuno, si accorgerà mai del tuo passaggio o della tua esistenza e che di fatto, quindi, non esisti.
 
Alto