qweedy
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"Nel cuore rovente del deserto del Sahara, due giovani e intraprendenti agenti segreti – l’americana Tamara Levit e il francese Tab Sadoul – sono sulle tracce di un pericoloso gruppo di terroristi islamici, mettendo così a rischio la loro vita. Quando si innamorano, le loro carriere arrivano inevitabilmente a un punto di svolta. Poco distante Kiah, una vedova coraggiosa e bellissima, decide di abbandonare il suo paese flagellato da carestia e rivolte e partire illegalmente per l’Europa con il suo bambino, nella speranza di cominciare una nuova vita. Nel corso del suo viaggio disperato viene aiutata da Abdul, un uomo misterioso che potrebbe non essere chi dice di essere. A Pechino la visione riformista e moderna di Chang Kai, l’ambizioso viceministro dei servizi segreti esteri, lo costringe a fare i conti con i vertici comunisti del potere politico che potrebbero portare la Cina e il suo alleato, la Corea del Nord, sulla via del non ritorno. Intanto Pauline Green, la prima donna presidente degli Stati Uniti, deve gestire i rapporti sempre più tesi con i suoi oppositori, mentre l’intero pianeta è scosso da un vortice di ostilità politiche, attacchi terroristici e dure rappresaglie. La presidente farà tutto il possibile per evitare lo scoppio di una guerra non necessaria. Ma la tensione internazionale cresce e si moltiplicano le azioni militari: è ancora possibile fermare quella che sembra un’escalation inevitabile?"
Per niente al mondo (titolo originale Never) è il nuovo libro di Ken Follett uscito il 9 novembre in contemporanea mondiale. Abbandonando il romanzo storico, Follett si avventura in un futuro a noi vicinissimo, con scenari e protagonisti riconoscibili. I capitoli si alternano tra l'Africa, la Cina, la Corea del Nord, e gli Stati Uniti, con la presidente Pauline Green, impegnata a cercare di evitare lo scoppio di una terza guerra mondiale atomica.
Ho apprezzato la credibilità e l'attualità della situazione politica mondiale raccontata e le dinamiche che muovono le azioni di chi comanda.
La lettura comunque mi è risultata un po' faticosa e dispersiva, per il continuo saltellare dall'Africa, alla Cina, agli Usa.
“Mentre facevo ricerche per La caduta dei giganti, rimasi scioccato nel rendermi conto che la Prima guerra mondiale è stata una guerra che nessuno voleva. Nessun leader europeo, dell’uno o dell’altro schieramento, avrebbe voluto che scoppiasse. Eppure, uno dopo l’altro, imperatori e primi ministri presero decisioni – decisioni logiche e ponderate – ognuna delle quali condusse, a piccoli passi, al peggior conflitto che il mondo avesse mai conosciuto. Mi sono convinto che si era trattato di un tragico incidente. E mi sono chiesto se sarebbe potuto accadere di nuovo”, ha spiegato Follett.
Osservando l'escalation graduale della prima guerra mondiale, mi sono chiesto che cosa spinga leader politici riluttanti e moderati a compiere scelte catastrofiche. Succede spesso, si arriva alla guerra per piccoli passi: c'è una scintilla iniziale, un'escalation, una minaccia esistenziale e infine la guerra. E' possibile supporre che uomini e donne possano trovarsi intrappolati contro il loro volere. Una progressione lenta e razionale.
«Appoggiò le braccia sul tavolo e chinò la testa. Pensò ai morti e a quelli che stavano morendo alle Hawaii, a coloro che presto sarebbero morti in Cina e subito dopo nelle grandi città degli Stati Uniti. Strinse forte gli occhi, ma continuava a vedere quelle immagini. Ogni compostezza l’abbandonò, come il sangue in un’arteria recisa. Fu assalita da un dolore così travolgente e disperato che cominciò a tremare. Le parve che il cuore stesse per scoppiarle e pensò che poi sarebbe morta. E poi, finalmente, cedette alle lacrime.»
Per niente al mondo (titolo originale Never) è il nuovo libro di Ken Follett uscito il 9 novembre in contemporanea mondiale. Abbandonando il romanzo storico, Follett si avventura in un futuro a noi vicinissimo, con scenari e protagonisti riconoscibili. I capitoli si alternano tra l'Africa, la Cina, la Corea del Nord, e gli Stati Uniti, con la presidente Pauline Green, impegnata a cercare di evitare lo scoppio di una terza guerra mondiale atomica.
Ho apprezzato la credibilità e l'attualità della situazione politica mondiale raccontata e le dinamiche che muovono le azioni di chi comanda.
La lettura comunque mi è risultata un po' faticosa e dispersiva, per il continuo saltellare dall'Africa, alla Cina, agli Usa.
“Mentre facevo ricerche per La caduta dei giganti, rimasi scioccato nel rendermi conto che la Prima guerra mondiale è stata una guerra che nessuno voleva. Nessun leader europeo, dell’uno o dell’altro schieramento, avrebbe voluto che scoppiasse. Eppure, uno dopo l’altro, imperatori e primi ministri presero decisioni – decisioni logiche e ponderate – ognuna delle quali condusse, a piccoli passi, al peggior conflitto che il mondo avesse mai conosciuto. Mi sono convinto che si era trattato di un tragico incidente. E mi sono chiesto se sarebbe potuto accadere di nuovo”, ha spiegato Follett.
Osservando l'escalation graduale della prima guerra mondiale, mi sono chiesto che cosa spinga leader politici riluttanti e moderati a compiere scelte catastrofiche. Succede spesso, si arriva alla guerra per piccoli passi: c'è una scintilla iniziale, un'escalation, una minaccia esistenziale e infine la guerra. E' possibile supporre che uomini e donne possano trovarsi intrappolati contro il loro volere. Una progressione lenta e razionale.
«Appoggiò le braccia sul tavolo e chinò la testa. Pensò ai morti e a quelli che stavano morendo alle Hawaii, a coloro che presto sarebbero morti in Cina e subito dopo nelle grandi città degli Stati Uniti. Strinse forte gli occhi, ma continuava a vedere quelle immagini. Ogni compostezza l’abbandonò, come il sangue in un’arteria recisa. Fu assalita da un dolore così travolgente e disperato che cominciò a tremare. Le parve che il cuore stesse per scoppiarle e pensò che poi sarebbe morta. E poi, finalmente, cedette alle lacrime.»
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