Ho eletto Unamuno a mio autore per un anno dopo aver appreso, qui sul forum, del parallelo tra la sua opera più nota, Nebbia, e Le notti bianche del Dosto. Purtroppo non si trovavo molti suoi libri tradotti in italiano quindi ho scelto anche questo pur non essendo più credente. Anche se, come dice lui stesso, "i veri atei sono pazzamente innamorati di Dio". Forse proprio per tal motivo l'ho potuto apprezzare anche se non è di facile lettura. Mi piace comunque il suo modo di interagire sempre con il lettore.
Di seguito posto dei passi che mi hanno colpita:
Agonia vuol dire lotta. Agonizza chi vive lottando, lottando contro la vita stessa. E contro la morte. Quello che dirò qui, lettore, è la mia agonia, la mia lotta per il cristianesimo, l'agonia del cristianesimo in me. La vita è lotta e la solidarietà per la vita è lotta e si fa nella lotta. Non mi stancherò di ripetere che la cosa che ci unisce di più gli uni agli altri sono le nostre discordie. E la cosa che unisce di più uno a se stesso, ciò che forma l'unità intima della nostra vita, sono le nostre intime discordie, le contraddizioni interiori delle nostre discordie.
Il povero Pascal cercava una fede utile che lo salvasse dalla sua ragione.
Essere pascaliano non vuole dire accettare i suoi pensieri ma essere Pascal, diventare Pascal. E per conto mio mi è successo spesso incontrandomi con un uomo in uno scritto, un uomo, non un filosofo o uno scienziato o un pensatore, d'incontrarmi con un'anima, non con una dottrina, mi è successo di dirmi: "Ma anch'io sono stato così".
Non c'è maggior consolazione di quella della desolazione, come non c'è speranza più attiva di quella dei disperati. Gli uomini cercano la pace, si dice. Ma è vero? E come quando si dice che gli uomini cercano la libertà. No, gli uomini cercano la pace.
Un grande politico spagnolo, don Nicolas Salmerón, ripeteva spesso che si perde la verginità della fede per conquistare la maternità della ragione.
La fede veramente viva, quella che vive di dubbi e non li "supera", la fede di un Renan è una volontà di sapere che si muta in volere amare, una volontà di comprendere. E siccome senza civiltà e senza cultura la cristianità non può vivere, ecco l'agonia del cristianesimo.
Le religioni pagane, religioni di Stato, erano politiche: il cristianesimo è apolitico. Ma siccome da quando si è fatto cattolico e per di più romano si è paganizzato mutandosi in religione di Stato - e ci fu perfino uno stato pontificio - si fece politico. E la sua agonia aumentò.
Il vero padre del sentimento nichilista russo è Dostoevskij, un cristiano disperato, un cristiano in agonia.
Di seguito posto dei passi che mi hanno colpita:
Agonia vuol dire lotta. Agonizza chi vive lottando, lottando contro la vita stessa. E contro la morte. Quello che dirò qui, lettore, è la mia agonia, la mia lotta per il cristianesimo, l'agonia del cristianesimo in me. La vita è lotta e la solidarietà per la vita è lotta e si fa nella lotta. Non mi stancherò di ripetere che la cosa che ci unisce di più gli uni agli altri sono le nostre discordie. E la cosa che unisce di più uno a se stesso, ciò che forma l'unità intima della nostra vita, sono le nostre intime discordie, le contraddizioni interiori delle nostre discordie.
Il povero Pascal cercava una fede utile che lo salvasse dalla sua ragione.
Essere pascaliano non vuole dire accettare i suoi pensieri ma essere Pascal, diventare Pascal. E per conto mio mi è successo spesso incontrandomi con un uomo in uno scritto, un uomo, non un filosofo o uno scienziato o un pensatore, d'incontrarmi con un'anima, non con una dottrina, mi è successo di dirmi: "Ma anch'io sono stato così".
Non c'è maggior consolazione di quella della desolazione, come non c'è speranza più attiva di quella dei disperati. Gli uomini cercano la pace, si dice. Ma è vero? E come quando si dice che gli uomini cercano la libertà. No, gli uomini cercano la pace.
Un grande politico spagnolo, don Nicolas Salmerón, ripeteva spesso che si perde la verginità della fede per conquistare la maternità della ragione.
La fede veramente viva, quella che vive di dubbi e non li "supera", la fede di un Renan è una volontà di sapere che si muta in volere amare, una volontà di comprendere. E siccome senza civiltà e senza cultura la cristianità non può vivere, ecco l'agonia del cristianesimo.
Le religioni pagane, religioni di Stato, erano politiche: il cristianesimo è apolitico. Ma siccome da quando si è fatto cattolico e per di più romano si è paganizzato mutandosi in religione di Stato - e ci fu perfino uno stato pontificio - si fece politico. E la sua agonia aumentò.
Il vero padre del sentimento nichilista russo è Dostoevskij, un cristiano disperato, un cristiano in agonia.
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