ryoko
b
"Romanzo storico e fantastico ad un tempo, nel senso che qui la fantasia e la menzogna fanno la storia; romanzo che nasconde, ma non troppo, sotto una robusta vena comica diverse allusioni colte ai più vari aspetti del sapere umanistico; romanzo picaresco, che accompagna il lettore al protagonista in un viaggio avventuroso dalla campagna piemontese dove nel 1168 nascerà Alessandria (il cui patrono sarà appunto San Baudolino) alla corte dell’Imperatore Federico Barbarossa, dalla Parigi cosmopolita e sordida al tempo stesso all’estremo Oriente terra di crociate e di ricerca.
Le vicende del protagonista sono ripercorse giocando su due piani narrativi: il racconto della sua vita usque ad illud tempus, che copre un arco cronologico di circa sessant’anni e che Baudolino fa al suo interlocutore Niceta Coniate (dotto bizantino realmente vissuto in quegli anni) durante l’assedio di Costantinopoli avvenuto nel 1204; ed il dialogo e le vicende in illud tempus che avvengono durante il sacco e la distruzione della città stessa. E’ lo stesso Baudolino, ormai vecchio e stanco, a dire: «Tu sei diventato la mia pergamena, signor Niceta, su cui scrivo tante cose che avevo persino dimenticato, quasi come se la mano andasse da sola.»
Un racconto nel racconto quindi, dove ai ricordi si mischia la fantasia, che vede come Baudolino, al principio furfantello figlio di contadini (anche se il padre è il mitico Gagliaudo Aulari, che salva Alessandria dall'assedio di Federico Barbarossa con la storia della sua vacca), grazie ad una sommaria erudizione offertagli da un dotto eremita, ad una sua naturale predisposizione alle lingue ed all’invenzione fantastica, e naturalmente in virtù della fortuna che volge il caso a suo favore, entri nelle grazie dell’Imperatore e come venga da questi istruito ed instradato alla vita di corte."
Un libro colto e divertente, che si legge piacevolmente...un magistrale elogio alla fandonia,alla burla e alla bugia allo stato puro.
Le vicende del protagonista sono ripercorse giocando su due piani narrativi: il racconto della sua vita usque ad illud tempus, che copre un arco cronologico di circa sessant’anni e che Baudolino fa al suo interlocutore Niceta Coniate (dotto bizantino realmente vissuto in quegli anni) durante l’assedio di Costantinopoli avvenuto nel 1204; ed il dialogo e le vicende in illud tempus che avvengono durante il sacco e la distruzione della città stessa. E’ lo stesso Baudolino, ormai vecchio e stanco, a dire: «Tu sei diventato la mia pergamena, signor Niceta, su cui scrivo tante cose che avevo persino dimenticato, quasi come se la mano andasse da sola.»
Un racconto nel racconto quindi, dove ai ricordi si mischia la fantasia, che vede come Baudolino, al principio furfantello figlio di contadini (anche se il padre è il mitico Gagliaudo Aulari, che salva Alessandria dall'assedio di Federico Barbarossa con la storia della sua vacca), grazie ad una sommaria erudizione offertagli da un dotto eremita, ad una sua naturale predisposizione alle lingue ed all’invenzione fantastica, e naturalmente in virtù della fortuna che volge il caso a suo favore, entri nelle grazie dell’Imperatore e come venga da questi istruito ed instradato alla vita di corte."
Un libro colto e divertente, che si legge piacevolmente...un magistrale elogio alla fandonia,alla burla e alla bugia allo stato puro.