Klara vive tra l'interno di un negozio e l'agognata vetrina, dalla quale può vedere e imparare uno scorcio di mondo ma soprattutto sperare che un bambino, vedendola, scelga di acquistarla. Perché Klara è un AA, un Amico Artificiale la cui vitalità è alimentata dalla luce del sole, costruito allo scopo di fare compagnia a un bambino o a una bambina in un mondo in cui non esistono scuole o altri luoghi di incontro e la socialità è limitata a sporadiche e brevi riunioni organizzate dai genitori. Come quasi tutti i suoi compagni, viene scelta, e viene scelta da Josie, vivace preadolescente con un grave problema di salute, accompagnata da una madre cupa e diffidente. Diversa dai suoi simili poiché nata con il dono dell'empatia, di norma precluso agli AA, quando, su richiesta, Klara riesce a imitare perfettamente i gesti e il modo faticoso di camminare di Josie, finalmente la donna si decide ad acquistarla.
Solo un autore sensibile come Ishiguro, che qui torna, in parte, ai temi del bellissimo Non lasciarmi, può essere capace di immedesimarsi con tale profondità in un androide inventandone in maniera così credibile il modo di agire, di parlare, di pensare. Klara vede il mondo diviso in riquadri, sotto molti aspetti è ingenua e crede ciecamente in cose apparentemente prive di logica, ma impara tutto con una velocità sorprendente ed è capace di entrare in sintonia con gli esseri umani, talvolta quanto e più di loro stessi, e di comunicare, a suo modo, in un mondo in cui si comunica poco. Eppure accetta i limiti - perlomeno quelli di cui è consapevole - che la sua natura di AA le impone e si dedica completamente al suo compito: rendere il più piacevole possibile la vita di Josie. Tante domande sorgono leggendo questo libro, per lo più vaghe e difficili da definire, talvolta invece più chiare: cosa rende un essere "umano"? Quanti esseri umani possiedono la sensibilità e la poesia di Klara? Quanti di loro sarebbero disposti a rinunciare a una parte importante di se stessi per il bene di qualcun altro? Man mano che si procede nella lettura, la fantasia e la poesia che dapprincipio rendono il romanzo in un certo senso quasi impalpabile, come se una scia di dolcezza ci passasse davanti senza che si riuscisse ad afferrarla pienamente, lasciano spazio a momenti di agghiacciante cupezza, che generano domande più disturbanti e mai risposte certe, così come nella vita vera. Il finale mi ha lasciato un senso di grande tenerezza mista a una tristezza quasi fastidiosa. Non so se mi sia piaciuto quanto Non lasciarmi, letto tantissimi anni fa, ma è un romanzo originale, profondo, coinvolgente e delicato nello stesso tempo. Davvero bello.
Solo un autore sensibile come Ishiguro, che qui torna, in parte, ai temi del bellissimo Non lasciarmi, può essere capace di immedesimarsi con tale profondità in un androide inventandone in maniera così credibile il modo di agire, di parlare, di pensare. Klara vede il mondo diviso in riquadri, sotto molti aspetti è ingenua e crede ciecamente in cose apparentemente prive di logica, ma impara tutto con una velocità sorprendente ed è capace di entrare in sintonia con gli esseri umani, talvolta quanto e più di loro stessi, e di comunicare, a suo modo, in un mondo in cui si comunica poco. Eppure accetta i limiti - perlomeno quelli di cui è consapevole - che la sua natura di AA le impone e si dedica completamente al suo compito: rendere il più piacevole possibile la vita di Josie. Tante domande sorgono leggendo questo libro, per lo più vaghe e difficili da definire, talvolta invece più chiare: cosa rende un essere "umano"? Quanti esseri umani possiedono la sensibilità e la poesia di Klara? Quanti di loro sarebbero disposti a rinunciare a una parte importante di se stessi per il bene di qualcun altro? Man mano che si procede nella lettura, la fantasia e la poesia che dapprincipio rendono il romanzo in un certo senso quasi impalpabile, come se una scia di dolcezza ci passasse davanti senza che si riuscisse ad afferrarla pienamente, lasciano spazio a momenti di agghiacciante cupezza, che generano domande più disturbanti e mai risposte certe, così come nella vita vera. Il finale mi ha lasciato un senso di grande tenerezza mista a una tristezza quasi fastidiosa. Non so se mi sia piaciuto quanto Non lasciarmi, letto tantissimi anni fa, ma è un romanzo originale, profondo, coinvolgente e delicato nello stesso tempo. Davvero bello.