Batalha, Martha - Il castello di Ipanema

alessandra

Lunatic Mod
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Ho scoperto un'altra brava autrice sudamericana che, almeno per il tempo della lettura, mi ha trasmesso la leggera malinconia della sua terra e mi ha rinfrescato la memoria riguardo al realismo magico che si respira attraverso questo tipo di letteratura.
Siamo agli inizi del XX secolo: Johan, uno svedese altissimo e un po' goffo, approda in Brasile in qualità di nuovo console insieme alla moglie Brigitta. I due scelgono come residenza una piccola spiaggia in cui decidono di costruire un castello, Ipanema appunto, che nel corso degli anni diventerà un'importante località destinata al turismo esotico. Malgrado l'amore che unisce Johan e Brigitta, la vita matrimoniale non è esattamente tranquilla: Johan deve assecondare o arginare le mille voci che convivono con Brigitta, che le dicono cosa fare - talvolta con un certo raziocinio, talvolta un po' meno - e che spesso prevedono ciò che accadrà. La coppia avrà figli, qualcuno di loro a sua volta ne avrà altri, così la saga familiare procederà soffermandosi in particolare sulla storia di Tavinho, nipote di Johan e Brigitta, e della sua famiglia.
La narrazione è prevalentemente vivace e ironica, ma non manca di trattare argomenti delicati come la tortura, anche se sempre con il solito tono leggero.
Ciò che mi piace dei romanzi ambientati in Sud America, oltre al disincanto rassegnato che pervade le pagine, è il fatto che leggendoli ho la sensazione che tutto, al mondo, sia naturale e possibile e, pur sapendo che non è così, mi godo questa sensazione per un po'.
Consigliatissimo a chi ama il genere.
 
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