Ho comprato questo libro edito nel 2018 inizialmente per due motivi: il titolo e il prezzo in offerta in versione digitale.
Poi ovviamente ho letto anche la trama e sapevo che mi sarebbe piaciuto.
Non fatevi spaventare dall'inizio un po' difficile, in seguito la storia, ma soprattutto lo stile, diventa scorrevole e appassionante. Anche il modo così ricercato di scrivere (l'autrice collabora con l'enciclopedia Treccani) non è affatto pesante, anzi spesso usa parole retro' che il lettore ritrova con piacere. Gli appassionati di arte sapranno apprezzare più di me le ricche e precise descrizioni di monumenti, quadri e sculture con ogni loro particolare e termine tecnico. La scrittrice, abruzzese, infatti è una storica dell'arte.
Come sempre mi succede, ho ritrovato diversi punti di contatto con la protagonista:
anche lei ha mamma e nonna maestre, vorrebbe che fosse sempre estate, mangia parecchi fichi fino a sentirsi male (ne ho mangiati tanti pure io a settembre mentre lo leggevo, però mi sono saputa mantenere). Quando da bambina va al cimitero con la nonna vuole sempre andare a salutare una bimba vestita di bianco, lo facevo anche io, con mia mamma però; nomina la tomba sotto il melograno come nella poesia Pianto antico, a me cara (la portai all'esame di quinta elementare); la nonna per invasare i barattoli di conserve usa un rametto di legno, lo faceva anche una mia zia quando io ero piccola e l'aiutavo; è citata Athena, ossia Minerva per i romani e infine al funerale della mamma comunista suonano Bella ciao... Piacerebbe anche a me se succedesse.
Poi ovviamente ho letto anche la trama e sapevo che mi sarebbe piaciuto.
Non fatevi spaventare dall'inizio un po' difficile, in seguito la storia, ma soprattutto lo stile, diventa scorrevole e appassionante. Anche il modo così ricercato di scrivere (l'autrice collabora con l'enciclopedia Treccani) non è affatto pesante, anzi spesso usa parole retro' che il lettore ritrova con piacere. Gli appassionati di arte sapranno apprezzare più di me le ricche e precise descrizioni di monumenti, quadri e sculture con ogni loro particolare e termine tecnico. La scrittrice, abruzzese, infatti è una storica dell'arte.
Come sempre mi succede, ho ritrovato diversi punti di contatto con la protagonista:
anche lei ha mamma e nonna maestre, vorrebbe che fosse sempre estate, mangia parecchi fichi fino a sentirsi male (ne ho mangiati tanti pure io a settembre mentre lo leggevo, però mi sono saputa mantenere). Quando da bambina va al cimitero con la nonna vuole sempre andare a salutare una bimba vestita di bianco, lo facevo anche io, con mia mamma però; nomina la tomba sotto il melograno come nella poesia Pianto antico, a me cara (la portai all'esame di quinta elementare); la nonna per invasare i barattoli di conserve usa un rametto di legno, lo faceva anche una mia zia quando io ero piccola e l'aiutavo; è citata Athena, ossia Minerva per i romani e infine al funerale della mamma comunista suonano Bella ciao... Piacerebbe anche a me se succedesse.