elena
aunt member
E’ il primo romanzo di carattere fantascientifico che leggo di questa autrice anzi, sinceramente, ignoravo che si fosse dedicata anche a questo genere letterario; ed è stata una piacevole sorpresa perché la Lessing riesce a creare un romanzo di fantascienza inteso non come opera di intrattenimento ma come ulteriore strumento per riproporre le tematiche a lei molto care come l’analisi psicologica, la particolare sensibilità femminile, le diverse dinamiche sociali in atto.
Il romanzo è ambientato in una non meglio precisata città e collocato temporalmente in un futuro non troppo lontano; nelle prime pagine si avverte solo in modo velato che la società è stata completamente stravolta da una catastrofe di incredibili proporzioni (bomba atomica?) e l’io narrante, una donna di mezza età, può ancora permettersi di vivere un quotidianità quasi normale nel suo confortevole condominio, attorniata da gente ottusamente attaccata ad una finta continuità di vita borghese. La donna si limita a svolgere un funzione di osservatrice degli eventi che la circondano fino a quando non gli viene affidata, senza alcuna giustificazione, la tutela di Emily, una dodicenne che vuole vivere la vera realtà della sua epoca assumendo un ruolo attivo in questa società in continuo degrado. E’ una società che si avvicina sempre più al concetto puro di anarchia dove il potere politico è completamente assente, anche se profondamente temuto (le poche volte che viene nominato con la generica locuzione di “Loro” è sempre percepito come un’entità terribile e violenta); gli abitanti della città hanno iniziato a fuggire verso luoghi ignoti, con la speranza di ritrovare un mondo in cui sono ancora presenti gli agi dello loro vita passata. Si cominciano a formare tribù improvvisate che vivono in strada cercando di sopravvivere a questa nuova realtà senza elettricità, senza più acqua potabile, senza più possibilità di scambi commerciali: e quelli che più facilmente riescono ad adattarsi a questo nuovo sistema sono i bambini che diventano gli indiscussi creatori di una società nuova che si pensa possa realizzarsi senza alcuna autorità ufficiale riconosciuta, senza alcuna regola, senza obblighi imposti. Emily si sente profondamente attratta da questo mondo che si svolge sotto le finestre della sua comoda dimora e, spinta anche dall’infatuazione per un giovane impegnato a proteggere questi ritenuti indifesi bambini, si dedica con tutta se stessa a quella che sente come una propria missione, arrestare la completa disgregazione dell’umanità. L’anziana signora assiste senza interferire nelle scelte della sua pupilla ma limitandosi ad osservare dalla sua finestra, in compagnia dello straordinario cane/gatto della ragazza (personaggio quasi umano nei sentimenti), questi tentativi di ricostruire un mondo sulle sue macerie. Oltre a questa funzione di “osservante” la donna vive, parallelamente, una dimensione onirica che la porta penetrare anche nel “personale” di Emily rivivendo le fasi della difficile infanzia e adolescenza di questa ragazza.
Il processo di frantumazione di tutti i valori e schemi sociali è però sempre più veloce ed inesorabile e la “salvezza” può venire solo con un abile finale che, come tutti i grandi libri di fantascienza, lascia spazio a tante interpretazioni.
Il romanzo è ambientato in una non meglio precisata città e collocato temporalmente in un futuro non troppo lontano; nelle prime pagine si avverte solo in modo velato che la società è stata completamente stravolta da una catastrofe di incredibili proporzioni (bomba atomica?) e l’io narrante, una donna di mezza età, può ancora permettersi di vivere un quotidianità quasi normale nel suo confortevole condominio, attorniata da gente ottusamente attaccata ad una finta continuità di vita borghese. La donna si limita a svolgere un funzione di osservatrice degli eventi che la circondano fino a quando non gli viene affidata, senza alcuna giustificazione, la tutela di Emily, una dodicenne che vuole vivere la vera realtà della sua epoca assumendo un ruolo attivo in questa società in continuo degrado. E’ una società che si avvicina sempre più al concetto puro di anarchia dove il potere politico è completamente assente, anche se profondamente temuto (le poche volte che viene nominato con la generica locuzione di “Loro” è sempre percepito come un’entità terribile e violenta); gli abitanti della città hanno iniziato a fuggire verso luoghi ignoti, con la speranza di ritrovare un mondo in cui sono ancora presenti gli agi dello loro vita passata. Si cominciano a formare tribù improvvisate che vivono in strada cercando di sopravvivere a questa nuova realtà senza elettricità, senza più acqua potabile, senza più possibilità di scambi commerciali: e quelli che più facilmente riescono ad adattarsi a questo nuovo sistema sono i bambini che diventano gli indiscussi creatori di una società nuova che si pensa possa realizzarsi senza alcuna autorità ufficiale riconosciuta, senza alcuna regola, senza obblighi imposti. Emily si sente profondamente attratta da questo mondo che si svolge sotto le finestre della sua comoda dimora e, spinta anche dall’infatuazione per un giovane impegnato a proteggere questi ritenuti indifesi bambini, si dedica con tutta se stessa a quella che sente come una propria missione, arrestare la completa disgregazione dell’umanità. L’anziana signora assiste senza interferire nelle scelte della sua pupilla ma limitandosi ad osservare dalla sua finestra, in compagnia dello straordinario cane/gatto della ragazza (personaggio quasi umano nei sentimenti), questi tentativi di ricostruire un mondo sulle sue macerie. Oltre a questa funzione di “osservante” la donna vive, parallelamente, una dimensione onirica che la porta penetrare anche nel “personale” di Emily rivivendo le fasi della difficile infanzia e adolescenza di questa ragazza.
Il processo di frantumazione di tutti i valori e schemi sociali è però sempre più veloce ed inesorabile e la “salvezza” può venire solo con un abile finale che, come tutti i grandi libri di fantascienza, lascia spazio a tante interpretazioni.