246° MG - Tempi difficili di Charles Dickens

Minerva6

Monkey *MOD*
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Domani 6 novembre io, Ondine e Zingaro inizieremo a leggere questo romanzo di Charles Dickens.
Potrà unirsi a noi chiunque avrà voglia di leggerlo.
Io con questo autore non ho un buon rapporto ma ho letto solo racconti quindi stavolta spero di ricredermi.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Io di questo autore ho letto "Grandi speranze", che consiglio.
Ora invece mi accingo a leggere "Tempi difficili".
Che poi anche i due titoli cozzano tra di loro. :mrgreen:
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Allora postiamo gli incipit per confrontarli :wink:
Ecco il mio:
Ora, quello che voglio sono Fatti. Insegnate, a questi bambini e a queste bambine, nient'altro che Fatti. I soli Fatti sono ciò che occorre nella vita. Non seminate altro e sradicate tutto il resto. La mente di animali razionali si potrà plasmare solo sui Fatti: nient'altro sarà mai per essi di alcuna utilità. Questo è il principio in base al quale allevo i miei figli, e questo è il principio in base al quale allevo questi bambini. Attenersi ai Fatti, signor mio!
 
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Ondine

Logopedista nei sogni
«Ora quello che voglio sono Fatti. A questi ragazzi e ragazze insegnate soltanto
Fatti. Solo i Fatti servono nella vita. Non piantate altro e sradicate tutto il resto. Solo con i
Fatti si plasma la mente di un animale dotato di ragione; nient'altro gli tornerà mai utile.
Con questo principio educo i miei figli, con questo principio educo questi ragazzi.
Attenetevi ai Fatti, signore!».
 

Spilla

Well-known member
"Ora, quel che voglio sono fatti. Solo Fatti dovete insegnare a questi ragazzi. Nella vita non c'è bisogno che di Fatti.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Sono arrivata a pagina 25 (siccome leggo i libri ad alta voce smetto di leggere quando mi si secca la gola).
E' avvincente, il ritmo narrativo mi piace (d'altronde l'autore lo conoscevo già e sono partita positiva con la lettura perché "Grandi speranze" mi è piaciuto molto, e anzi vorrei leggerlo di nuovo), mi piace la ridondanza che usa nelle frasi quando vuole sottolineare un concetto, questo nel mio caso fa sì che aumenti la mia concentrazione.
Mi sembra di cogliere un'ironia nel descrivere i personaggi così dediti ai "fatti" e che sono contro l'immaginazione, questa ironia alleggerisce il racconto per quanto mi riguarda.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Io ho letto 4 capitoli. Mi sta piacendo più dei racconti ma ancora non mi voglio sbilanciare.
Anche io ho colto l'ironia dell'autore nei suoi personaggi che combattono la fantasia e sono dediti solo ai Fatti. Indubbiamente la ragione ha la sua importanza ed è fondamentale per non cadere vittima di superstizioni, soprattutto all'epoca, ma anche la fantasia è indispensabile per un bambino, è fonte di creatività, e spesso è utile anche ai grandi per coltivare o recuperare la loro fanciullezza.
Però invidio la filosofia di vita del signor Bounderby... Fare tutto immediatamente. Io sono piena di post-it e avvisi sul cellulare per quello che dovrei fare e che spesso alla fine non faccio :mrgreen:.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Capitolo 9.
Mi è piaciuta molto la parte in cui l'autore mette in contrapposizione le due realtà, quella della città industriale e quella del circo.
Il microcosmo circense è un luogo di fantasia, di affettuosità, di aiuto reciproco.
La scrittura è molto piacevole, è un continuo rimbalzo tra questi due diversi mondi.
@Minerva
Credo che la filosofia produttiva di Buonderby abbia una visione meramente utilitaristica e cinica per cui il suo fare non riesco a vederlo in senso positivo (ho capito però che quello che vuoi esprimere tu è un fare totalmente diverso :)).
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Capitolo 13.
Volevo aspettare fine giornata per commentare ma sono troppo entusiasta e sentivo il bisogno di imprimere subito la commozione che mi ha pervasa leggendo la storia di Stephen e il suo amore per Rachael, il pudore di questi due innamorati che non possono percorrere insieme ogni sera la strada che dalla fabbrica li riporta a casa.
La strada umida, il fumo delle fabbriche, il rumore del telaio fanno da sfondo ai tormenti di Stephen che riescono a placarsi solo quando vede Rachael, che fa allontanare le nubi, placare il vento e risplendere le stelle, metafora della ritrovata tranquillità della sua anima.
Trovo il capito 12 splendido nella descrizione delle emozioni e nel loro parallelismo con l'inquietudine prima e la quiete poi del cielo.
Questa ambientazione notturna, apparentemente gelida ma emotivamente confortante per l'operaio che aspetta di tornare a casa passeggiando con la sua cara amica, mi piace moltissimo.
 

Spilla

Well-known member
Ebbene sì, lo sto leggendo anche io.
Colpa vostra (siatene consapevoli :BLABLA), perché io avevo tutto un mio programmino di letture di fine anno, pensate per finire piano piano la Reading Challenge e tenermi del tempo per letture sceme, adatte al neurone ormai in prepensionamento. Invece no, arrivate voi e, come niente fosse, vi mettere a leggere Dickens. Dico, ma vi sembrano cose da fare?:WHY
Perché io a questo punto mica potevo far finta di niente e lasciarvi leggere senza di me :W.
Ebbene sì, lo amo. Da sempre, mi pare, perché credo di aver letto Dickens fin dai miei nove anni o giù di lì. E niente, non mi passa. Ad ogni frase mi accorgo che era un genio.
Usa l'ironia in punta di forchetta, e maltratta i personaggi per cui prova disprezzo (ma è un disprezzo irridente, caustico e sornione) come nessun altro mai. Splendido questo gran sacerdote dei Fatti, che è un idiota fatto e finito, eppure (anzi, proprio per questo) gode di immensa stima e rispetto tra i suoi concittadini. E meravigliosa è la strisciante presenza dell'Immaginazione, che lo turba e sfugge ad ogni suo controllo :mrgreen:
Mi immagino il caro vecchi Charles incontrare questi sostenitori del progressismo illuminista, lui che coltiva sogni e visioni e ne fa racconti di straordinaria bellezza.
E c'è, come sempre, la critica della società industriale, la descizione dissacrante dell'architettura priva di fantasia, dell'inquinamento che deturpa case e paesaggi, la condanna del lavoro minorile e degli ottusi sistemi educativi...

L'ho già detto, vero, che lo amo?:mrgreen:
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Spilla, ma la tua è una rilettura :??? Lo so che per noi smemorine è sempre la prima volta :mrgreen:, ma mi domandavo lo stesso se l'avessi già letto .
 
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Ondine

Logopedista nei sogni
Anch'io ho una domanda per Spilla e anche per Zingaro:

Avete letto altro di Dickens oltre a "Tempi difficili" e, se si, cosa?
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Commenti (telegrafici) fino al capitolo 9

Finalmente tra gli uomini del circo c'è qualcuno che tiene testa ai due gentiluomini... Anche se ora ho dimenticato il nome :mrgreen:, ma tanto voi capirete lo stesso di chi si tratta :wink:.
Il "buonsenso" (così lo traduce nella mia edizione) del signor Bounderby però secondo me non è del tutto criticabile. Mi riferisco a quando dice - bruscamente, lo so- a Cecilia che il padre se n'è andato e non tornerà più. Non dimentichiamoci che lui è stato abbandonato dalla madre quindi lo dice a ragion veduta, sa che è una cosa possibile. Sarà stato pure cinico ma almeno non ha lasciato illusioni alla povera bambina. Se poi ritorna tanto meglio. Ma secondo voi quanti anni ha? E Louisa? Dovrebbe essere più grande di lei. Sarà che io ultimamente sto cercando di diventare cinica (si soffre meno) perciò il buonismo a tutti i costi non lo riesco più a soffrire.
Simpatico lo Sleary del circo che parla con la zeta al posto della esse :D.
Mai stupirsi! Altro divieto imposto in casa e a scuola. Ma come si fa... Lo stupore è il succo della vita, altrimenti sarebbe tutto troppo piatto e scontato.
I pensieri incontrollabili di Louisa sarebbero normali in un contesto diverso da quello in cui è capitata. Chissà quale sorte Charles le ha destinata...
Comunque la storia mi sta piacendo, avevano ragione bouvard e Spilla che i romanzi sono tutta un'altra cosa :SISI.
 
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