Wodehouse, P. G. - Grazie, Jeeves

ayuthaya

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Ho scoperto questo autore per puro caso dopo aver scelto come genere letterario per la mia ultima Sfida quello umoristico. Quando ho saputo che P. G. Wodehouse è un "maestro riconosciuto della lingua inglese e di stile, con ammiratori che vanno dai contemporanei come Hilaire Belloc, Evelyn Waugh e Rudyard Kipling agli scrittori moderni come Salman Rushdie e Douglas Adams" ho deciso che dovevo assolutamente leggere qualcosa di suo. Fra i due "filoni" del "castello di Blandings" - un ciclo che racconta le avventure degli aristocratici abitanti di questo castello immaginario, a partire dall'eccentrico Lord Emsworth, ossessionato dalla sua scrofa da competizione, l'Imperatrice di Blandings - e "la serie di Jeeves", nella quale l'io narrante, il ricco e vanitoso Bertie Wooster, si caccia in situazioni improbabili e sfortunate da cui l'ingegno del suo cameriere personale Jeeves riesce sempre a tirarlo fuori, ho deciso di iniziare da quest'ultima.

Più che raccontarvi la trama di questo specifico romanzo, riporto alcuni passaggi della pagina dedicata da Wikipedia al solo personaggio di Jeeves:

Jeeves è probabilmente il personaggio più famoso di Wodehouse, e nel mondo anglosassone è diventato il maggiordomo per antonomasia. Le sue caratteristiche ne fanno un domestico assolutamente unico. È estremamente efficiente in tutti gli aspetti del suo lavoro. (…) Ha la caratteristica di entrare e uscire dalle stanze senza farsi notare; nelle parole di Bertie, «State parlando del più e del meno e improvvisamente avvertite una presenza, per così dire, ed eccolo lì».
Ha un linguaggio ampolloso e ricco di citazioni latine, shakespeariane, o di altri poeti dei quali regolarmente Bertie ignora l'esistenza. Soprattutto, grazie alla propria intelligenza fuori dal comune e a conoscenze inesauribili in ogni campo dello scibile umano, riesce sempre a tirare fuori dai guai il proprio inetto padrone e gli altri personaggi che di volta in volta gli chiedono aiuto.
Nel ciclo di Jeeves uno dei principali meccanismi comici è l'inversione dei ruoli tra Jeeves e Bertie: la gerarchia intellettuale, culturale e linguistica è esattamente l'opposto di quella sociale e finanziaria. Bertie Wooster deve essere ricco e aristocratico perché non sa fare nulla; Jeeves può appartenere alle classi subalterne perché sa fare tutto. Questa inversione permette a Wodehouse da un lato di ideare una serie infinita di equivoci madornali risolti ogni volta da Jeeves come deus ex machina, dall'altro di mettere a frutto nei dialoghi la sua eccezionale padronanza linguistica: mentre Bertie dice spesso frasi sconvenienti come «una cosa da far cascare le mutande», «gli occhi che schizzano dalle orbite», Jeeves ha sempre un linguaggio impeccabile ed in particolare fa un largo uso dell'understatement, l'attenuazione linguistica tipica delle classi alte inglesi: una situazione drammatica è per lui al massimo "incresciosa" o "sconcertante", mentre i suoi numerosi trionfi sono commentati con frasi come «mi sforzo di dare soddisfazione, signore».

Sulla trama posso dirvi solo che il romanzo si apre sulla scelta irremovibile di Jeeves di dare le dimissioni in quanto il suo padrone Bertie non vuole rinunciare a suonare il banjo, laddove è evidente che i suoi sforzi artistici non siano molto apprezzati… Fortuna che, pur a servizio di nuovi padroni, il fedele Jeeves non andrà mai troppo distante da non poter tirare fuori dai guai il suo ex datore di lavoro...

Quanto al commento è molto semplice: una rivelazione! Puro humor inglese, con i suoi pro e i suoi contro, nel senso che c'è chi lo humor inglese non lo capisce o comunque non lo apprezza e allora è inutile nemmeno che ci proviate. Ma se pensate che il contrasto fra le situazioni più assurde e grottesche (a volte persino tragiche dal punto di vista dello sfortunato Bertie!) e l'assoluta imperturbabilità di Jeeves, il cui sobrio ottimismo si fonda sul fatto che lui, la soluzione, ce l'ha (sembra quasi che nemmeno si sforzi di trovarla: è lì, pronta su un piatto d'argento che lui offre con impeccabile portamento), se pensate insomma che questi possa farvi divertire, allora non perdetevi questo autore perché non ne resterete delusi!
Sono davvero contentissima di averlo scoperto ed è certo che Grazie, Jeeves è solo il primo di una lunga "serie" di Wodehouse che leggerò in futuro!
 
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