Scurati, Antonio - M. Il figlio del secolo

IreneElle

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Dalla quarta di copertina:
Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un'Italia sfinita, stanca della "casta" politica, dei moderati, del buonsenso. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei cialtroni, dei delinquenti, degli avventurieri, degli incendiari e anche dei "puri", che sono i più feroci e i più fessi. Da un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 lui invece è descritto come un uomo «intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale». Lui: Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso e direttore di un piccolo giornale di opposizione, è un personaggio da romanzo. Sarebbe un personaggio da romanzo, se non fosse l'uomo che più d'ogni altro ha marchiato a sangue la realtà, il corpo dell'Italia, nella storia e nella cronaca, nella tragedia e nella farsa. E infatti la saggistica ha finora dissezionato ogni aspetto della vita di Mussolini. Nessuno però aveva mai trattato la parabola politica, umana, esistenziale di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo. Un romanzo in cui d'inventato non c'è assolutamente nulla. Un'opera che ci conduce a rivivere passo per passo il ventennio che ha cambiato per sempre la nostra storia.

Mia opinione:
vi dico di NON spaventarvi dalla grandezza del tomo poiché si legge in modo davvero scorrevole. Tralascio la diatriba: romanzo o saggio o entrambi? Tralascio gli errori segnalati da Ernesto Galli Della Loggia e vi dico solo che l’autore ha fatto un lavoro certosino di ricostruzione storica in cui nulla è inventato e ci consegna Mussolini in tutte le sue sfaccettature: M. il figlio del fabbro, M. il direttore di giornale, M. l’amante selvaggio e sifilitico, M. marito e padre, M. il politico, M. la bestia.
“Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un’Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei “puri”, i più fessi e i più feroci”.
E se penso a questa frase e osservo il presente, qualche brivido mi viene.
Perché sì, lui fiutò un’Italia stanca e sfinita, ma il libro racconta molto bene il modo sistematico con cui gli squadristi picchiarono, uccisero ed incendiarono l’Italia intera per piegarla al loro volere.
“L’Italia è davvero un Paese meraviglioso: quarantotto ore di manganellate sono riuscite dove aveva fallito un secolo di lotte”.
Il libro, sembrerebbe il primo di una trilogia, si ferma al 1925; diciamo che la narrazione è più lenta nella prima parte, più ritmata dalla marcia su Roma fino all’omicidio di Giacomo Matteotti con cui si conclude questo primo tomo.
Per me è un libro meraviglioso perché offre un ripasso della Storia in modo inedito, sotto una luce nuova e da diverse angolazioni.
E se il 25 Aprile non festeggerete la Liberazione, non esporrete sui vostri balconi la bandiera tricolore perché qualcuno, che i libri di Storia non li ha mai aperti, minimizza questa giornata, rileggete queste parole: “Ci calunniavano, non volevano comprenderci e per quanto si possa deplorare la violenza, per ficcare le nostre idee nei cervelli refrattari, dovevamo piantarle a suon di randellate”. Dal discorso di Benito Mussolini al Teatro Comunale di Bologna, 3 Aprile 1921.​
 

francesca

Well-known member
Un libro che tutti dovremmo leggere. E sono contenta che nella scuola di mia figlia sia stato regalato a tutti i ragazzi delle V.

Perché questo è un periodo di cui tutti più o meno pensiamo di sapere abbastanza, che tutti abbiamo se non studiato a fondo, sicuramente assorbito nelle mille trasmissioni televisive, articoli, documentari che ci vengono propinati tipo medicina amara almeno ogni 25 Aprile, per chi è un po’ più attento e interessato anche più spesso, volendo giornalmente.

Ma la ricostruzione minuziosa di Scurati, forse anche il registro scelto, fra romanzo e saggio, che permette di rimanere fedeli alla cronologia e ai fatti ma, proprio basandosi su questi, si azzarda a ricostruire anche le istanze emotive e personali di chi quei fatti li ha vissuti, danno chiavi di lettura molteplici, che si imprimono a fondo nell’animo di chi legge. E aiutano a ricostruire quel periodo storico in ogni sfaccettatura, in un modo che non permette di minimizzare e liquidare con il senno di poi i mille errori di chi a quel tempo avrebbe dovuto fare di più. Ne esce fuori un’Italia violenta, violenta in tutte le sue manifestazioni di riscatto, governata da una classe politica pavida; una classe politica e imprenditoriale che accetta la violenza come possibile rimedio per far tacere gli avversari politici e sociali, senza capire che così facendo alla fine l’unica forza che potrà prevalere sarà solo la più violenta. Ne esce fuori una sinistra che nasce già divisa, e lascia soli i suoi maggiori esponenti.

Scurati ha il pregio non solo di rendere chiaro tutto questo intricato periodo, ma anche di mantenere alta l’attenzione e la tensione. Specie negli ultimi capitoli in cui si parla del delitto Matteotti, l’autore riesce a rendere al lettore il senso di angoscia, di spasimo, di tragedia di quel tragico evento che ha segnato sicuramente una svolta nella storia del nostro Paese.

Impossibile adesso evitare di leggere gli altri due libri di questa trilogia sul ventennio fascista.

Francesca
 

Grantenca

Well-known member
Al di là della rigorosa verità storica questo è un libro fatto molto bene, che si legge volentieri, pur richiedendo un giusta attenzione. La cosa che più mi ha più colpito è il "genio" politico del protagonista che, sfruttando le debolezze e inettitudini altrui, sia dei compagni che degli avversari, è diventato, dal nulla, il numero 1 , con metodi ovviamente molto discutibili ma con il consenso della grande maggioranza degli italiani.
 
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