Jessamine
Well-known member
TRAMA
Come tutte le mattine, Dorothy Caliban, dopo aver salutato dalla finestra suo marito Fred che va al lavoro, si dedica alle faccende domestiche con la radio in sottofondo. Mentre la giornata prosegue tra le incombenze quotidiane, stretta fra la solitudine e il naufragio del suo matrimonio, sente la notizia che dall’Istituto di ricerca oceanografica è appena scappata una creatura pericolosa, mezzo-uomo e mezzo-rana.
L’immenso uomo-rana, approderà proprio nella cucina di Dorothy, chiedendole cibo e aiuto. È l’inizio di una deliziosa storia d’amore tra una casalinga, ormai rassegnata a un muto annichilimento, e una creatura anfibia in fuga dalla violenza della razionalità scientifica degli esseri umani: un’acuta critica sociale in cui il fantastico incontra la più cupa disperazione domestica.
Una scrittura divertita e divertente caratterizzano questo romanzo amato, tra gli altri, da John Updike, Ursula K. Le Guin e Joyce Carol Oates, e paragonato dai critici a King Kong, ai racconti di Edgar Allan Poe, ai film di David Lynch, alla Bella e la Bestia, E.T. , Il mago di Oz. C’è anche chi lo ha accostato al realismo domestico di Richard Yates, ai B movies horror, alle favole di Angela Carter. Ed è immediato pensare anche al più recente “The Shape of Water” di Guillermo del Toro. Riferimenti familiari e disparati che molto raccontano del fascino di questa novella singolare che sfida le convenzioni.
COMMENTO
"La sua felicità riaffiorava, come un bagliore, come se avesse inghiottito una cosa calda che adesso continuava a irradiare onde di tepore".
Una novella che è un salto nel grigio.
Dolore, solitudine, una richiesta d'aiuto che è solo mimata da labbra che nessuno ascolta più.
Dietro l'assurdità di una storia d'amore con un uomo-rana, la Ingalls ci trascina in una storia dove a farla da padrona sono i sentimenti inascoltati di una donna distrutta.
Ci sono colori vividi, avocado ad ogni pagina, cucine illuminate dal sole di un bel quartiere e stanze tirate meticolosamente a lucido, ma la devastante sensazione di solitudine che questo breve romanzo mi ha lasciato addosso è qualcosa di così concreto che quasi me la sento ancora nel petto.
Come tutte le mattine, Dorothy Caliban, dopo aver salutato dalla finestra suo marito Fred che va al lavoro, si dedica alle faccende domestiche con la radio in sottofondo. Mentre la giornata prosegue tra le incombenze quotidiane, stretta fra la solitudine e il naufragio del suo matrimonio, sente la notizia che dall’Istituto di ricerca oceanografica è appena scappata una creatura pericolosa, mezzo-uomo e mezzo-rana.
L’immenso uomo-rana, approderà proprio nella cucina di Dorothy, chiedendole cibo e aiuto. È l’inizio di una deliziosa storia d’amore tra una casalinga, ormai rassegnata a un muto annichilimento, e una creatura anfibia in fuga dalla violenza della razionalità scientifica degli esseri umani: un’acuta critica sociale in cui il fantastico incontra la più cupa disperazione domestica.
Una scrittura divertita e divertente caratterizzano questo romanzo amato, tra gli altri, da John Updike, Ursula K. Le Guin e Joyce Carol Oates, e paragonato dai critici a King Kong, ai racconti di Edgar Allan Poe, ai film di David Lynch, alla Bella e la Bestia, E.T. , Il mago di Oz. C’è anche chi lo ha accostato al realismo domestico di Richard Yates, ai B movies horror, alle favole di Angela Carter. Ed è immediato pensare anche al più recente “The Shape of Water” di Guillermo del Toro. Riferimenti familiari e disparati che molto raccontano del fascino di questa novella singolare che sfida le convenzioni.
COMMENTO
"La sua felicità riaffiorava, come un bagliore, come se avesse inghiottito una cosa calda che adesso continuava a irradiare onde di tepore".
Una novella che è un salto nel grigio.
Dolore, solitudine, una richiesta d'aiuto che è solo mimata da labbra che nessuno ascolta più.
Dietro l'assurdità di una storia d'amore con un uomo-rana, la Ingalls ci trascina in una storia dove a farla da padrona sono i sentimenti inascoltati di una donna distrutta.
Ci sono colori vividi, avocado ad ogni pagina, cucine illuminate dal sole di un bel quartiere e stanze tirate meticolosamente a lucido, ma la devastante sensazione di solitudine che questo breve romanzo mi ha lasciato addosso è qualcosa di così concreto che quasi me la sento ancora nel petto.