bouvard
Well-known member
Non molto tempo fa rimasi folgorata da un altro libro di Stefansonn – Paradiso e Inferno – e volevo capire se la bellezza di quel libro fosse un caso isolato nella sua produzione, o se invece mi ero imbattuta in un autore contemporaneo capace di emozionarmi.
Posso dire di aver trovato Luce d’estate ed è subito notte qualche gradino sotto Paradiso e Inferno, ma pur sempre un bel libro. Meno poetico dell’altro, meno struggente, ma ugualmente capace di farmi appassionare alle storie dei vari personaggi e sorridere delle loro stranezze. Ammetto che in tutto il libro ci sono 4 o 5 frasi un po’ scontate che io avrei evitato, ma sono talmente poche che non mi hanno rovinato la lettura.
Immaginate uno sperduto paesino dell’Islanda dove vivono poco più di quattrocento anime, un posto in cui non succede mai niente e soprattutto d’inverno ci si annoia parecchio, e immaginate che un giorno uno dei suoi abitanti – non proprio l’ultimo degli abitanti – inizi a sognare in latino. Ecco il libro parte da questo fatto inconsueto per presentarci le storie di altri abitanti, perché in fondo in un piccolo paesino – e non solo lì – le vite delle diverse persone si intersecano, intrecciano e a volte si separano…
In effetti a parte una tutte le storie del libro mi hanno appassionato, dalla strana atmosfera che si respira nel Maglificio, fantasmi oppure no? alla struggente storia d’amore di Benedikt e Puriour, dal tradimento di Kjartan e della “vendetta” di sua moglie, alla dolce storia di Mathias ed Elisabet…
Bello
Posso dire di aver trovato Luce d’estate ed è subito notte qualche gradino sotto Paradiso e Inferno, ma pur sempre un bel libro. Meno poetico dell’altro, meno struggente, ma ugualmente capace di farmi appassionare alle storie dei vari personaggi e sorridere delle loro stranezze. Ammetto che in tutto il libro ci sono 4 o 5 frasi un po’ scontate che io avrei evitato, ma sono talmente poche che non mi hanno rovinato la lettura.
Immaginate uno sperduto paesino dell’Islanda dove vivono poco più di quattrocento anime, un posto in cui non succede mai niente e soprattutto d’inverno ci si annoia parecchio, e immaginate che un giorno uno dei suoi abitanti – non proprio l’ultimo degli abitanti – inizi a sognare in latino. Ecco il libro parte da questo fatto inconsueto per presentarci le storie di altri abitanti, perché in fondo in un piccolo paesino – e non solo lì – le vite delle diverse persone si intersecano, intrecciano e a volte si separano…
In effetti a parte una tutte le storie del libro mi hanno appassionato, dalla strana atmosfera che si respira nel Maglificio, fantasmi oppure no? alla struggente storia d’amore di Benedikt e Puriour, dal tradimento di Kjartan e della “vendetta” di sua moglie, alla dolce storia di Mathias ed Elisabet…
Bello