bouvard
Well-known member
L’aver letto solo commenti positivi su questo libro mi spaventava parecchio. In genere quando si hanno delle aspettative alte è più facile venire delusi. Per fortuna però questa volta non è stato così e il mio commento va ad aggiungersi agli altri commenti entusiastici.
Morris Bober mi ha ricordato in più momenti Mendel Singer di Roth, stessa pazienza infinita e stessa fede incondizionata in Dio.
Sgobbava per ore e ore, era l’onestà fatta persona – non poteva proprio sfuggirle, era la sua palla al piede; sarebbe scoppiato se avesse imbrogliato qualcuno; eppure si fidava degli imbroglioni – non invidiava nulla a nessuno e diventava sempre più povero. Più sgobbava (…) è meno sembrava possedere. Era Morris Bober e non poteva avere una sorte migliore. Con un nome così, il senso della proprietà ti era negato, come se il non possedere ce lo avessi nel sangue, nel destino; e se per miracolo ti era dato di possedere qualcosa, eri sempre sul punto di perderlo.
A dire il vero Morris non è un ebreo nel senso ortodosso del termine, uno di quelli che il sabato rispettano il riposo, infatti lui il sabato lavora; non è neppure uno di quelli sempre presenti in sinagoga infatti non ci va mai; e non è neppure uno di quelli maniacali a proposito del cibo "kosher"
Per me non è importante mangiare o non mangiare prosciutto. Per certi ebrei è importante, ma per me no. Nessuno potrà venirmi a dire che non sono un buon ebreo perché una volta ogni tanto quando mi sento la bocca secca assaggio un pezzo di prosciutto.
Per Morris Bober sono altre le cose che fanno un buon ebreo: il rispetto della Legge di Dio e il rispetto del prossimo. Morris si fida talmente tanto degli altri da venir regolarmente imbrogliato. Eppure nonostante sia stato imbrogliato centinaia di volte ogni volta di fronte alla stessa situazione si lascia imbrogliare di nuovo. Qualcuno potrebbe dire che sia uno stupido, ma non è così, è semplicemente un uomo buono e onesto.
Il commesso del titolo non è però lui, ma Frank Alpine. Frank l’onestà non ce l’ha nel dna come Morris e di imbrogliare, rubare e mentire è capacissimo. Salvo poi pentirsene. Uomo complicato Frank, uno che vorrebbe vivere rettamente, ma poi qualcosa gli va sempre storto. Non è un uomo cattivo, tanto che quando decide di darsi al crimine non impiega molto a capire che non è vita per lui quella. D’altronde uno capace di rubare pochi spiccioli a chi gli ha fatto una volta del bene, ma di segnarsi su un pezzo di carta ognuno di quei spiccioli per poterli un giorno restituire non ha proprio la stoffa del criminale.
Si proprio un tipo complicato Frank, uno che vorrebbe sempre scegliere la strada giusta, ma poi talvolta sceglie quella sbagliata, un po’ come Morris seppure per ragioni diverse.
Lo turbava il pensiero della facilità con cui un uomo poteva distruggere tutta la sua vita con un solo gesto sbagliato
E Frank di gesti sbagliati nel libro ne fa davvero tanti. Ma talvolta l’onestà è un frutto tardivo che impiega un po’ a maturare e bisogna avere la pazienza di aspettare…
Bellissimo libro, dalla scrittura semplice di Malamud ai suoi personaggi mai banali tutto concorre a farne un libro assolutamente da leggere
P.S. Una citazione che ognuno di noi potrebbe sottoscrivere!
Nei momenti in cui si sentiva più sola le piaceva trovarsi in mezzo ai libri, sebbene qualche volta fosse deprimente vedere il numero dei volumi che non aveva ancora letto
Morris Bober mi ha ricordato in più momenti Mendel Singer di Roth, stessa pazienza infinita e stessa fede incondizionata in Dio.
Sgobbava per ore e ore, era l’onestà fatta persona – non poteva proprio sfuggirle, era la sua palla al piede; sarebbe scoppiato se avesse imbrogliato qualcuno; eppure si fidava degli imbroglioni – non invidiava nulla a nessuno e diventava sempre più povero. Più sgobbava (…) è meno sembrava possedere. Era Morris Bober e non poteva avere una sorte migliore. Con un nome così, il senso della proprietà ti era negato, come se il non possedere ce lo avessi nel sangue, nel destino; e se per miracolo ti era dato di possedere qualcosa, eri sempre sul punto di perderlo.
A dire il vero Morris non è un ebreo nel senso ortodosso del termine, uno di quelli che il sabato rispettano il riposo, infatti lui il sabato lavora; non è neppure uno di quelli sempre presenti in sinagoga infatti non ci va mai; e non è neppure uno di quelli maniacali a proposito del cibo "kosher"
Per me non è importante mangiare o non mangiare prosciutto. Per certi ebrei è importante, ma per me no. Nessuno potrà venirmi a dire che non sono un buon ebreo perché una volta ogni tanto quando mi sento la bocca secca assaggio un pezzo di prosciutto.
Per Morris Bober sono altre le cose che fanno un buon ebreo: il rispetto della Legge di Dio e il rispetto del prossimo. Morris si fida talmente tanto degli altri da venir regolarmente imbrogliato. Eppure nonostante sia stato imbrogliato centinaia di volte ogni volta di fronte alla stessa situazione si lascia imbrogliare di nuovo. Qualcuno potrebbe dire che sia uno stupido, ma non è così, è semplicemente un uomo buono e onesto.
Il commesso del titolo non è però lui, ma Frank Alpine. Frank l’onestà non ce l’ha nel dna come Morris e di imbrogliare, rubare e mentire è capacissimo. Salvo poi pentirsene. Uomo complicato Frank, uno che vorrebbe vivere rettamente, ma poi qualcosa gli va sempre storto. Non è un uomo cattivo, tanto che quando decide di darsi al crimine non impiega molto a capire che non è vita per lui quella. D’altronde uno capace di rubare pochi spiccioli a chi gli ha fatto una volta del bene, ma di segnarsi su un pezzo di carta ognuno di quei spiccioli per poterli un giorno restituire non ha proprio la stoffa del criminale.
Si proprio un tipo complicato Frank, uno che vorrebbe sempre scegliere la strada giusta, ma poi talvolta sceglie quella sbagliata, un po’ come Morris seppure per ragioni diverse.
Lo turbava il pensiero della facilità con cui un uomo poteva distruggere tutta la sua vita con un solo gesto sbagliato
E Frank di gesti sbagliati nel libro ne fa davvero tanti. Ma talvolta l’onestà è un frutto tardivo che impiega un po’ a maturare e bisogna avere la pazienza di aspettare…
Bellissimo libro, dalla scrittura semplice di Malamud ai suoi personaggi mai banali tutto concorre a farne un libro assolutamente da leggere
P.S. Una citazione che ognuno di noi potrebbe sottoscrivere!
Nei momenti in cui si sentiva più sola le piaceva trovarsi in mezzo ai libri, sebbene qualche volta fosse deprimente vedere il numero dei volumi che non aveva ancora letto