E’ il risultato di qualche mese di vacanza dell’autore, insieme alla sua famiglia, in Irlanda, patria d’origine dei genitori dell’autore, poi trasferitisi in Germania. E’ una serie di quadretti dai quali traspare l’amore e l'ammmirazione, direi, dell’autore per questa terra. Ne analizza l’ambiente, la geografia, la storia, le abitudini, usi e costumi, e anche il carattere delle persone . Un popolo di stretta osservanza cattolica, che ha per abituale compagnia le difficoltà economiche, un popolo di emigranti e che pur tuttavia, vive decorosamente, beve il miglior tè, dell’ottima birra e del buon wisky, e, dove non manca mai il riscaldamento, a base di torba, nelle fredde ed umide serate. Afferma inoltre l’autore, che questo paese ha la minor incidenza di suicidi nel mondo in rapporto alla popolazione. Nomina, non a caso, le glorie irlandesi delle quali visita anche le tombe (Yeats e Swift) e incidentalmente Joyce, non a caso letterati e commediografi e qui probabilmente indulge ad un piccolo autoincensamento dal momento che anche lui è un letterato importante (vezzo comunque del tutto giustificabile) , come Dante con Virgilio. Il libro è molto interessante e naturalmente scritto benissimo. I quadretti sono tutti interessanti e due su tutti mi sono piaciuti un po’ di più (Arrivo 1 e i piedi più belli del mondo). Che dire poi, di questo autore del quale ho letto le opere più note e che finora non mi ha mai deluso? Cercherò, in futuro, all’occasione, di leggere anche opere meno note perché penso sia un autore europeo tra i più grandi del 900.
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