velmez
Active member
Il libro ci porta in una delle pagine più drammatiche della recente storia portoghese: il ritorno dei coloni che nel 1975 sono stati costretti ad abbandonare i loro possedimenti in Angola, e si ritrovano stranieri in patria. Ignorati o guardati con imbarazzo, fanno l'esperienza della solitudine e dell'esclusione, non riescono a inserirsi in una realtà che sentono estranea, in un ambiente freddo e ostile, segnato da tanti piccoli egoismi personali.
secondo libro di Antunes che leggo... lo trovo tanto ostico quanto folgorante: uno stile crudo, sporco, ma al contempo estremamente immaginifico e poetico. Leggendolo si ha l'impressione, e non solo, di perdere continuamente il filo... è come se il contenuto non sia essenziale, ma lo sia l'impressione, l'atmosfera, l'ambiente del romanzo. Diciamo che... si legge con tutti i sensi!
secondo libro di Antunes che leggo... lo trovo tanto ostico quanto folgorante: uno stile crudo, sporco, ma al contempo estremamente immaginifico e poetico. Leggendolo si ha l'impressione, e non solo, di perdere continuamente il filo... è come se il contenuto non sia essenziale, ma lo sia l'impressione, l'atmosfera, l'ambiente del romanzo. Diciamo che... si legge con tutti i sensi!