smemorina
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Biografia poco appassionante, ma comunque precisa e interessante, su Giovanna d'arco, giovane santa-guerriera del passato.
Nata in una famiglia di contadini relativamente benestanti, analfabeta e credente, all'età di tredici anni comincia a sentire la voce di san michele che le ordina di lasciare la casa paterna, vestirsi da uomo per castigare la propria sessualità nascente e correre in aiuto del legittimo erede al trono francese, Carlo VII, in guerra contro l'Inghilterra.
Grazie al suo coraggio e al consiglio delle voci, Giovanna riuscirà a liberare Orleans, sotto assedio, e condurre il re a reims per la tradizionale consacrazione. In seguito venne catturata giudicata da ecclesiastici inglesi e infine messa al rogo.
Chi era davvero Giovanna? Come poteva una ragazzina di diciassette anni, analfabeta, guidare eserciti, andare a cavallo e maneggiare con destrezza le armi? Fu uno strumento divino o un mezzo umano da affiancare a quel l'inetto e indeciso di Carlo VII? Bogliolo non lo sa, racconta in maniera un po' pedante battaglie prima e dati del processo poi, senza manifestare il proprio pensiero. Personalmente mi è difficile credere in un dio che prende le armi, che sprona alla guerra e alla morte. Che mette in pericolo una ragazzina, la fa sua portavoce, la innalza e protegge davanti a tutti e poi la lascia sola e tremante davanti al rogo. Perché Giovanna non muore come una santa, ma come una donna che ha paura e che si sente abbandonata. Una donna che vorrebbe vivere in terra piuttosto che finire nel paradiso che le voci le hanno promesso
Nata in una famiglia di contadini relativamente benestanti, analfabeta e credente, all'età di tredici anni comincia a sentire la voce di san michele che le ordina di lasciare la casa paterna, vestirsi da uomo per castigare la propria sessualità nascente e correre in aiuto del legittimo erede al trono francese, Carlo VII, in guerra contro l'Inghilterra.
Grazie al suo coraggio e al consiglio delle voci, Giovanna riuscirà a liberare Orleans, sotto assedio, e condurre il re a reims per la tradizionale consacrazione. In seguito venne catturata giudicata da ecclesiastici inglesi e infine messa al rogo.
Chi era davvero Giovanna? Come poteva una ragazzina di diciassette anni, analfabeta, guidare eserciti, andare a cavallo e maneggiare con destrezza le armi? Fu uno strumento divino o un mezzo umano da affiancare a quel l'inetto e indeciso di Carlo VII? Bogliolo non lo sa, racconta in maniera un po' pedante battaglie prima e dati del processo poi, senza manifestare il proprio pensiero. Personalmente mi è difficile credere in un dio che prende le armi, che sprona alla guerra e alla morte. Che mette in pericolo una ragazzina, la fa sua portavoce, la innalza e protegge davanti a tutti e poi la lascia sola e tremante davanti al rogo. Perché Giovanna non muore come una santa, ma come una donna che ha paura e che si sente abbandonata. Una donna che vorrebbe vivere in terra piuttosto che finire nel paradiso che le voci le hanno promesso