elena
aunt member
Ecco più o meno la trama:
Siamo a Parigi nel 1880. Renoir è riconosciuto da molti come uno dei grandi maestri dell'impressionismo ma il pittore vive un momento di forte crisi esistenziale: continuare a dipingere alla maniera impressionista (rimanendo fedele ai canoni dettati dal gruppo che egli stesso ha contribuito a creare) o tornare su canoni più tradizionali (accontentando i ricchi committenti che vogliono essere immortalati in ritratti assolutamente realistici) ? Le difficoltà economiche quotidiane non facilitano la soluzione del dilemma. Il desiderio di riscatto emerge improvvisamente leggendo la dura critica di Emile Zolà agli impressionisti: li descrive come incapaci di esser all'altezza dei compiti che essi stessi si sono attribuiti, capaci solo di realizzare opere incomplete e strampalate e non all'altezza di produrre una vera e propria opera d'arte. Renoir sogna, dunque, di dipingere un'opera che rappresenti in qualche modo una svolta, che lo trasformi in un artista in grado di cogliere e raffigurare sulla tela il nuovo spirito del tempo: la vita moderna, il trionfo del nuovo stile di vita che si va affermando nelle grandi metropoli europee. L'ispirazione gli viene da Alphonsine che insieme ai suoi genitori e al fratello gestisce un locale a Chatou sulla Senna dove, dopo le escursioni in barca, i canottieri sono soliti incontrarsi con le loro ragazze e pranzare sulla terrazza che affaccia sul fiume.
Inizia così la realizzazione de "Il pranzo dei canottieri" che, oltre a rappresentare uno dei capolavori dell'impressionismo, è lo specchio di una vita (non solo del pittore ma anche dei vari personaggi che popolano il quadro) vissuta con un sentimento gioioso (la famosa 'joie de vivre' di cui Renoir è l'interprete per eccellenza) fondato sulla capacità di godere delle cose belle che la vita offre.
E' un romanzo per me strabiliante. La scrittrice è riuscita a far penetrare il lettore non solo nella vita artistica e bohèmien di Parigi di fine ottocento ma anche nell'animo del pittore: le immagini vengono descritte con gli occhi di Renoir, con la sua genialità nel cogliere i colori, le sfumature e i giochi di luce. Confesso di essere di parte perchè gli impressionisti francesi sono gli artisti che preferisco in assoluto, ma credo che in questo libro la Vreeland sia veramente riuscita a trasmettere, con una capacità descrittiva ed una sensibilità direi unica, l'illusione di "partecipare" dal vivo alla realizzazione di una grande opera d'arte!!!!
Voto: 9/10 !!!..e mi sono veramente tenuta stretta!!!!!!!
Siamo a Parigi nel 1880. Renoir è riconosciuto da molti come uno dei grandi maestri dell'impressionismo ma il pittore vive un momento di forte crisi esistenziale: continuare a dipingere alla maniera impressionista (rimanendo fedele ai canoni dettati dal gruppo che egli stesso ha contribuito a creare) o tornare su canoni più tradizionali (accontentando i ricchi committenti che vogliono essere immortalati in ritratti assolutamente realistici) ? Le difficoltà economiche quotidiane non facilitano la soluzione del dilemma. Il desiderio di riscatto emerge improvvisamente leggendo la dura critica di Emile Zolà agli impressionisti: li descrive come incapaci di esser all'altezza dei compiti che essi stessi si sono attribuiti, capaci solo di realizzare opere incomplete e strampalate e non all'altezza di produrre una vera e propria opera d'arte. Renoir sogna, dunque, di dipingere un'opera che rappresenti in qualche modo una svolta, che lo trasformi in un artista in grado di cogliere e raffigurare sulla tela il nuovo spirito del tempo: la vita moderna, il trionfo del nuovo stile di vita che si va affermando nelle grandi metropoli europee. L'ispirazione gli viene da Alphonsine che insieme ai suoi genitori e al fratello gestisce un locale a Chatou sulla Senna dove, dopo le escursioni in barca, i canottieri sono soliti incontrarsi con le loro ragazze e pranzare sulla terrazza che affaccia sul fiume.
Inizia così la realizzazione de "Il pranzo dei canottieri" che, oltre a rappresentare uno dei capolavori dell'impressionismo, è lo specchio di una vita (non solo del pittore ma anche dei vari personaggi che popolano il quadro) vissuta con un sentimento gioioso (la famosa 'joie de vivre' di cui Renoir è l'interprete per eccellenza) fondato sulla capacità di godere delle cose belle che la vita offre.
E' un romanzo per me strabiliante. La scrittrice è riuscita a far penetrare il lettore non solo nella vita artistica e bohèmien di Parigi di fine ottocento ma anche nell'animo del pittore: le immagini vengono descritte con gli occhi di Renoir, con la sua genialità nel cogliere i colori, le sfumature e i giochi di luce. Confesso di essere di parte perchè gli impressionisti francesi sono gli artisti che preferisco in assoluto, ma credo che in questo libro la Vreeland sia veramente riuscita a trasmettere, con una capacità descrittiva ed una sensibilità direi unica, l'illusione di "partecipare" dal vivo alla realizzazione di una grande opera d'arte!!!!
Voto: 9/10 !!!..e mi sono veramente tenuta stretta!!!!!!!
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