Appartenente al secondo filone della produzione rothiana, ovvero quello che ruota intorno alla tematica ebraica, questo libro racconta la vita di Mendel Singer, un "uomo semplice", timorato di Dio, che a un certo punto della sua povera ma dignitosa vita, vede crollargli tutto addosso: viene colpito da una serie di sventure che lo scuoteranno al punto tale da fargli perdere la fede in Dio e decidere di "ribellarsi" a Lui, che lo ha ingiustamente punito.
Il riferimento suggerito dal titolo (e all'interno del romanzo stesso, nel suo punto di svolta) è legato al personaggio biblico che dà il nome ad uno dei Libri Sapienzali delle Sacre Scritture: Giobbe rappresenta l'immagine del giusto la cui fede è messa alla prova da parte di Dio. A differenza però del protagonista della nostra storia, il "vero" Giobbe sopporta con rassegnazione la sua sofferenza, senza mai imputare a Dio alcuna colpa. Il parallelo fra le due figure è interessante, in quanto appunto prende spunto da una serie di elementi, ma si discosta per molti altri, determinando una serie di riflessioni.
Il lieto fine è evocato fin dalle primissime pagine (la guarigione di Menuchim, il figlio minorato - la cui nascita è l'inizio del declino della famiglia Singer - è predetta a Deborah, moglie di Mendel, da un rabbino che gode fama di santità), ma non per questo la storia perde di pathos o calamita meno l'attenzione del lettore...
"Favola" delicata e commovente, ricchissima di spunti* e raccontata con uno stile elegante e di altissimo livello.
Voto 5/5 (pur tenendo conto della semplicità della storia, non poso non dare il voto massimo, in virtù delle straordinarie capacità narrative dell'autore e della profondità dei contenuti, tutt'altro che scontati)
* Talmente ricca che temo mi verranno da scrivere mooooooolte altre cose, che metterò in un post a parte non appena sarò riuscita a buttarle giù come si deve!
Il riferimento suggerito dal titolo (e all'interno del romanzo stesso, nel suo punto di svolta) è legato al personaggio biblico che dà il nome ad uno dei Libri Sapienzali delle Sacre Scritture: Giobbe rappresenta l'immagine del giusto la cui fede è messa alla prova da parte di Dio. A differenza però del protagonista della nostra storia, il "vero" Giobbe sopporta con rassegnazione la sua sofferenza, senza mai imputare a Dio alcuna colpa. Il parallelo fra le due figure è interessante, in quanto appunto prende spunto da una serie di elementi, ma si discosta per molti altri, determinando una serie di riflessioni.
Il lieto fine è evocato fin dalle primissime pagine (la guarigione di Menuchim, il figlio minorato - la cui nascita è l'inizio del declino della famiglia Singer - è predetta a Deborah, moglie di Mendel, da un rabbino che gode fama di santità), ma non per questo la storia perde di pathos o calamita meno l'attenzione del lettore...
"Favola" delicata e commovente, ricchissima di spunti* e raccontata con uno stile elegante e di altissimo livello.
Voto 5/5 (pur tenendo conto della semplicità della storia, non poso non dare il voto massimo, in virtù delle straordinarie capacità narrative dell'autore e della profondità dei contenuti, tutt'altro che scontati)
* Talmente ricca che temo mi verranno da scrivere mooooooolte altre cose, che metterò in un post a parte non appena sarò riuscita a buttarle giù come si deve!
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