Hesse, Hermann - L' ultima estate di Klingsor

E' questo uno dei più toccanti romanzi brevi di Hesse. Il protagonista è il pittore Klingsor, che ha soli quarantadue anni, ma sente che non riuscirà a tenere a lungo accesa la fiamma intensa della sua esistenza troppo piena e vissuta per durare ancora. Il piacere ed il tormento della pittura, un nuovo amore, l' amicizia sincera il suo animo ebbro, sognante ed irrequieto accompagnano i suoi ultimi giorni, vissuti con lo slancio e l' impazienza di chi non si accontenta del fluire indolore del tempo, ma tenta di strappare ogni minuto alla vita il senso delle proprie ore.

Queste cento pagine concentrano l' essenza della vita del protagonista, che decide di godere a pieno dei profumi, delle carezze e dei colori del mondo. Quello che mi ha colpito è la frase che si ripete più volte, ossia che la vita riempie e stanca. E' stato bello sedere con il pittore in riva al fiume mentre dipingeva, mi sembrava di stare davvero lì, fino ad addormentarsi.
Ma è mai possibile che per godere della vita si deve pensare alla sua fine? Belle anche le poesie all' interno del romanzo, ne riporto un pezzo:

Dall' albero della mia vita
una foglia dopo l' altra cade.
O mondo ebbro e variopinto
come tu appaghi e stanchi
come inebri! (...)

Leggere questo libro è come avere davanti gli occhi un quadro, il paesaggio che Klingsor vede, i paesini, i vicoli, le montagne, ogni cosa viene descritta non solo nei particolari, ma soprattutto nei colori, nelle sfumature, nei cambiamenti delle tonalità. Il pittore cerca di immagazzinare, nelle sue peregrinazioni per boschi e paesini, quante più immagini possibili e il lettore si ritrova coinvolto in questo immagazzinamento. Ad impensierire Klingsor è, infatti, il trascorrere veloce del tempo, da ciò questo cercare di conservare, accumulare quante più immagini possibili, quante più esperienze, quanta più vita, vivendo ogni attimo con la consapevolezza della sua unicità e non-ritorno.