anvi
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Il libro, ambientato al tempo del principato augusteo, narra di un viaggio compiuto in Etruria da Mecenate, Virgilio e il suo schiavo greco Timodemo. I tre, accompagnati da due etere greche, le sorelle Tecmessa e Ninfa, sono mossi dall'intento di svelare il mistero delle origini di Roma e il valore della scrittura presso i Rasna, interrogandosi sul perché una civiltà così evoluta, che conosceva e padroneggiava la scrittura, non abbia lasciato alcuna traccia di sé in opere scritte.
In generale penso che questo sia un libro valido, abbastanza ben strutturato.Lo stile risulta nel complesso scorrevole, benchè spesso tenda quasi ad essere eccessivamente lineare e monoto;le vicende comunque si susseguono con scioltezza, coinvolegendo il lettore. L'unica parte che mia ha lasciata alquanto perplessa è quella finale: la narrazione diventa decisamente meno chiara, quasi confusionaria, e le vicende appaiono spesso inverosimili.
In generale penso che questo sia un libro valido, abbastanza ben strutturato.Lo stile risulta nel complesso scorrevole, benchè spesso tenda quasi ad essere eccessivamente lineare e monoto;le vicende comunque si susseguono con scioltezza, coinvolegendo il lettore. L'unica parte che mia ha lasciata alquanto perplessa è quella finale: la narrazione diventa decisamente meno chiara, quasi confusionaria, e le vicende appaiono spesso inverosimili.