I “Tre racconti” sono l’ultima opera completa pubblicata da Flaubert: alla soglia della vecchiaia, deluso dall’insuccesso di alcuni scritti per il teatro, lo scrittore si concede un gioco narrativo, un trittico di racconti che gli consente di esercitare ancora una volta le sue passioni in fatto di scrittura, ovvero il racconto realistico, la fiaba e il grande affresco storico.
Il primo dei tre racconti, “Un cuore semplice”, è un piccolo capolavoro: è una storia senza storia, quella della povera serva Felicita, dei suoi grandi dolori e delle sue piccole e brevi gioie.
Di tono fiabesco, “La leggenda di san Giuliano l’Ospitaliere” si inscrive nel genere delle agiografie popolari, mentre “Erodiade” ricostruisce, con colori rutilanti e un diffuso senso di decadimento e di morte, le ultime ore del Battista e del suo involontario carnefice Erode, riprendendo toni e ambienti del più famoso Salâmmbo.
Il primo dei tre racconti, “Un cuore semplice”, è un piccolo capolavoro: è una storia senza storia, quella della povera serva Felicita, dei suoi grandi dolori e delle sue piccole e brevi gioie.
Di tono fiabesco, “La leggenda di san Giuliano l’Ospitaliere” si inscrive nel genere delle agiografie popolari, mentre “Erodiade” ricostruisce, con colori rutilanti e un diffuso senso di decadimento e di morte, le ultime ore del Battista e del suo involontario carnefice Erode, riprendendo toni e ambienti del più famoso Salâmmbo.