Frundsberg
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Tempo fa, a Trieste, ascoltai alcuni passi trascelti da questo libro letti da un attore che, chissà perché, forse perché mezzo istriano, mi è sempre piaciuto: Giulio Brogi.
All'epoca non aveva ancora girato il film ispirato a questo piccolo capolavoro, ma si notava in lui una tensione particolare.
Comprai il libro e lo lessi.
Strano, Barbara mi perdonerà se ho aspettato a recensire, ma il personaggio che mi rimane più affine, forse, è proprio il colonnello Procolo.
La tristezza di Buzzati.
Certo, il vento Matteo, il piccolo, il culto quasi panteistico del Bosco Vecchio (in Croazia ne abbiamo uno)...tutto è meraviglioso.
Ma il terribile, caustico, borbottante Procolo, a mio avviso, ha un nome: Dino Buzzati.
C'è un pezzo del libro, non mi ricordo bene dove sinceramente, in cui Procolo parla alla sua ombra.
Immaginatevi un uomo, colonnello, professore, maestro, ingegnere, tutto o niente, re o mendicante...un uomo, dicevo, che è costretto per sua stessa solitudine a parlare con la sua ombra.
No, il piccolo Benvenuto, il vento Matteo, il concerto dei venti fra gli alberi...tutto bellissimo.
Ma Procolo è solo.
Con la sua ombra.
Così solo che,a pensarci bene, assomiglia un po' a noi...a me che, proprio in questo momento, sto scrivendo come se parlassi.
Alla mia ombra.
PS Barbara era, e spero sia ancora, la libraia di Trieste che mi invitò ancora liceale al reading.
All'epoca non aveva ancora girato il film ispirato a questo piccolo capolavoro, ma si notava in lui una tensione particolare.
Comprai il libro e lo lessi.
Strano, Barbara mi perdonerà se ho aspettato a recensire, ma il personaggio che mi rimane più affine, forse, è proprio il colonnello Procolo.
La tristezza di Buzzati.
Certo, il vento Matteo, il piccolo, il culto quasi panteistico del Bosco Vecchio (in Croazia ne abbiamo uno)...tutto è meraviglioso.
Ma il terribile, caustico, borbottante Procolo, a mio avviso, ha un nome: Dino Buzzati.
C'è un pezzo del libro, non mi ricordo bene dove sinceramente, in cui Procolo parla alla sua ombra.
Immaginatevi un uomo, colonnello, professore, maestro, ingegnere, tutto o niente, re o mendicante...un uomo, dicevo, che è costretto per sua stessa solitudine a parlare con la sua ombra.
No, il piccolo Benvenuto, il vento Matteo, il concerto dei venti fra gli alberi...tutto bellissimo.
Ma Procolo è solo.
Con la sua ombra.
Così solo che,a pensarci bene, assomiglia un po' a noi...a me che, proprio in questo momento, sto scrivendo come se parlassi.
Alla mia ombra.
PS Barbara era, e spero sia ancora, la libraia di Trieste che mi invitò ancora liceale al reading.