raskolnikoff ha scritto:Bellissimo,
...meravigliosa anche la versione poesia/musica di De Andrè
ho letto questa versione!!!Bellissimo, me lo leggeva la mia nonna nella traduzione della Pivano!!
Molto bello secondo me questo intervento, perchè si da' la briga di approfondire il giudizio indicando nel dettaglio quello che gli è piaciuto .darseven ha scritto:Certo che il 2 novembre è il giorno ideale per commentare questa raccolta di epitaffi... :-D
Scherzi a parte, l'Antologia di Lee Masters è un'opera davvero bella. Ce la fece conoscere alle medie il nostro professore di Italiano, e da allora la vena melanconica di queste liriche mi è rimasta nel cuore. Oltre alla bellissima "La collina", posta all'inizio dell'opera, ricordo con piacere "Andy, il guardiano notturno":
"Col mantello spagnolo,
e il vecchio cappello a cencio,
e le soprascarpe di feltro,
e Tyke, il cane fedele,
e il nodoso bastone di hickory
sgattaiolavo con la lanterna cieca
di porta in porta per la piazza,
mentre le stelle della mezzanotte passavano
e la campana ronzava nel campanile
per lo spirare del vento;
e i passi stanchi del vecchio dottor Hill
risuonavano come chi cammini nel sonno,
e lontano un gallo cantava.
E ora un altro veglia su Spoon River
come altri vegliarono prima di me.
E qui giacciamo, il dottor Hill e io,
dove nessuno più scassina o ruba,
e non c'è più bisogno di guardia."
Qual è la funzione della morte in questo libro? Forse quella di dare una sorta di prova di appello a chi è stato sopraffatto dall'ipocrisia delle vicende umane; oppure far capire la vanità di tante cose, cui spesso si dà un'importanza esagerata, e l'importanza dei valori veri.
"Dare un senso alla vita può condurre a follia / ma una vita senza senso è la tortura / dell'inquietudine e del vano desiderio - / è una barca che anela al mare eppure lo teme." (da "George Gray")
Scrive Masters in "Dorcas Gustine", uno che era malvisto dai suoi concittadini perchè aveva il coraggio di dire le cose che pensava:
"E' assai lodato l'atto del ragazzo spartano, / che si nascose il lupo sotto il mantello, / lasciandosi divorare, senza lamentarsi. / E' più coraggioso, io penso, strapparsi il lupo dal corpo / e lottare con lui all'aperto, magari per strada, / tra polvere e ululi di dolore. / La lingua è magari un membro indisciplinato - / ma il silenzio avvelena l'anima."
Esorta poi "La signora George Reece":
"Io vorrei dire a questa generazione: imparate a memoria qualche verso di verità o di bellezza..."
Versi chiari, che ricostruiscono con pochi tratti i momenti salienti della vita dei personaggi. Qualcuno ha definito l'opera di Masters come un moderno poema dantesco, una Divina Commedia rivisitata attraverso il punto di vista non di una, ma di un centinaio di anonimi peccatori che, dopo morti, "si danno il nome che non era stato loro riconosciuto in vita".
Estremamente lirico, e con un' eco dantesca, l'ultimo ricordo di "Francis Turner":
"...mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, / l'anima d'improvviso mi fuggì".
Perentoria è la sentenza di "Alexander Throckmorton":
"Il genio è saggezza e gioventù".
Infine le ragioni di "Aner Clute", che così spiega la caduta della protagonista nelle spire della prostituzione:
"Immaginate che un ragazzo rubi una mela
dal cesto della drogheria,
e tutti si mettano a chiamarlo ladro,
il giornalista, il prete, il giudice, tutti -
"ladro", "ladro", "ladro", dovunque vada.
E non possa trovar lavoro, nè guadagnarsi il pane
se non rubando: ebbene, quel ragazzo ruberà.
Il modo come la gente considera il furto
è ciò che rende ladro il ragazzo"
All'Antologia fece seguito, nove anni dopo, "Il nuovo Spoon River", che non ebbe il successo della prima. L'avvocato Masters morì dimenticato da tutti nel 1950.
Bellissimodarseven ha scritto:"...mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, / l'anima d'improvviso mi fuggì".