Betty è una dark lady, è una donna persa in un delirio alcolico. L'ambientazione è notturna, ipnotica in quanto ci troviamo all'interno di un bar-ristorante vicino a Versailles, la Buca, che ogni sera accoglie personaggi diversi, ognuno con una propria storia, e che il proprietario Mario chiama "svitati".
Betty da tre giorni è in uno stato di perenne nebbia alcolica, il marito l'ha cacciata di casa per condotta scandalosa, costringendola a rinunciare alla custodia delle figlie in cambio di un vitalizio. In realtà, la storia del suo matrimonio Betty la racconterà a Laure che si prende cura di lei e che la ospita nel lussuoso albergo dove vive, per curarla e riportarla alla lucidità. Betty vede in Laure il suo doppio più maturo e fortunato ma anche Laure è una donna che vive ai margini e tra le due donne e nella loro alleanza c'è un conflitto segreto e Betty, da vittima inerte destinata alla morte o alla pazzia, sente che la Buca può essere il suo capolinea. In un sussulto di autodifesa, inventa una cinica strategia per salvarsi.
L'atmosfera che si respira è torbida, da incubo per l'alternarsi di momenti di lucidità a momenti di allucinazione, e infatti il primo titolo che Simenon diede al romanzo fu proprio "L’incubo".
Le porte hanno un significato simbolico: la porta della Buca, il luogo dell'inconscio, la porta del Carlton che mette in contatto la stanza di Laure e quella di Betty, ora semiaperta ora chiusa, con la luce che filtra da sotto quella porta, l'odore di fumo, la presenza di un altro essere vivo nella stanza vicina, i sussurri, i segreti. Le porte sono anche quelle interiori, che si aprono sul passato e lasciano filtrare i ricordi dolorosi.
Uno studente di medicina, cocainomane, e di cui Betty si invaghisce, per un po' si diverte a psicanalizzarla per poi sparire.
La parte psicanalitica è molto interessante e qui Simenon riesce a dipingere in modo splendido la metamorfosi di una donna con i suoi traumi interiori. Mi ha colpito in particolare il desiderio di Betty di sentirsi "sporca" per assomigliare al padre perché sia Betty che suo padre erano perseguitati dalla mania di pulizia di sua madre, quindi per una sorta di protesta mistica. In realtà Betty avrebbe voluto anche essere "pulita", tendeva alla sublimazione, ma non riusciva ad esserlo come avrebbe voluto e allora, se non poteva raggiungere l'immagine idealizzata di sé, tanto valeva toccare il fondo.
Sente che Laure l'ha aiutata perché Betty rappresenta una storia in più da conoscere, Laure guarda Betty con indulgenza, dall'alto della sua felicità. Simenon non giustifica ma ci presenta ogni tassello della psiche di questa donna per arrivare a comprendere il suo comportamento, niente è a caso.