Ira
Retired member
Si tratta di un monologo che mette in scena l'appassionata esistenza di Frida Kahlo "detta" dalla protagonista dal vertice estremo dei suoi giorni. Mentre corre verso la morte, Frida torna ai patimenti della sua reclusione forzata (ripetutamente ingessata e condannata all'immobilità), ai suoi lucidi deliri artistici di pittrice affamata di colore, alla sua relazione con Diego Rivera. In poche pagine c'è il Messico, c'è il risveglio dell'immaginazione, c'è la storia di una donna, c'è la rincorsa di una passione mai spenta per un uomo. La sintesi infuocata di un'esistenza.
77 pagine di dolore allo stato puro, di bellezza, di forza e di voglia di vivere.
Io non sono malata. Sono a pezzi.
Io non ho narrato il dolore dipingendo l'universo di me stessa, perchè il dolore non si può raccontare.
Non c'è linguaggio che possa esprimere il dolore.
Il dolore è un urlo lacerante, un ruggito a denti stretti, una litania di gemiti, un delirio di parole spezzate, frantumate...
parole mutilate dal dolore.
Io ho dipinto solo me stessa, perchè si è soli nella sofferenza, perchè la sofferenza genera solitudine.
Nostra Signoira della Solitudinem il Dolore è con te.
Nostra Signora Tonantzin, Croce cosmica della Vita, il Dolore è in me.
Stanotte danzerò con Coatlicue l'ultimo ballo sull'ultima nota, quella sempre uguale, la nota del silenzio che desidero più d'ogni melodia, più di qualsiasi voce amata.
Cosiì immobile, finalmente .... Dimenticata.
Dopo tutte le ore vissute... Senza altra conoscenza che la viva emozione. Senza altro desiderio che andare avanti fino a incontrarsi. A tornare in me, a ritrovare tutta me stessa, senza mutilazioni, fino alla fine dello scempio e finalmente oltre, al di là dell'oblio e della memoria. Lentamente. Ansiosa di vuoto e pace. Un pò di pace, finalmente.... Lentamente.
La pazzia non esiste. Quante volte avrei voluto fare quello che mi pareva nascondendomi semplicemente dietro il velo della pazzia... Ma la pazzia non esiste.
Siamo gli stessi che eravamo e che saremo. Senza dover contare sul destino idiota.
Si può provare odio per le proprie sensazioni?
Si può odiare il dolore?
Io non ho odiato il dolore, eppure... contro di lui ho lottato, ho combattuto, ho vinto e ho perso battaglie quotidiane.
Ma è la stanchezza ad aver vinto la guerra.
E' solo una pagina di questa immaginaria intervista. Si può aprire a caso una qualsiasi pagina di questo piccolo libro e trovarvi sempre pensieri e senzazioni profonde che se da un lato inquietano dall'altro inneggiano alla bellezza della vita.
77 pagine di dolore allo stato puro, di bellezza, di forza e di voglia di vivere.
Io non sono malata. Sono a pezzi.
Io non ho narrato il dolore dipingendo l'universo di me stessa, perchè il dolore non si può raccontare.
Non c'è linguaggio che possa esprimere il dolore.
Il dolore è un urlo lacerante, un ruggito a denti stretti, una litania di gemiti, un delirio di parole spezzate, frantumate...
parole mutilate dal dolore.
Io ho dipinto solo me stessa, perchè si è soli nella sofferenza, perchè la sofferenza genera solitudine.
Nostra Signoira della Solitudinem il Dolore è con te.
Nostra Signora Tonantzin, Croce cosmica della Vita, il Dolore è in me.
Stanotte danzerò con Coatlicue l'ultimo ballo sull'ultima nota, quella sempre uguale, la nota del silenzio che desidero più d'ogni melodia, più di qualsiasi voce amata.
Cosiì immobile, finalmente .... Dimenticata.
Dopo tutte le ore vissute... Senza altra conoscenza che la viva emozione. Senza altro desiderio che andare avanti fino a incontrarsi. A tornare in me, a ritrovare tutta me stessa, senza mutilazioni, fino alla fine dello scempio e finalmente oltre, al di là dell'oblio e della memoria. Lentamente. Ansiosa di vuoto e pace. Un pò di pace, finalmente.... Lentamente.
La pazzia non esiste. Quante volte avrei voluto fare quello che mi pareva nascondendomi semplicemente dietro il velo della pazzia... Ma la pazzia non esiste.
Siamo gli stessi che eravamo e che saremo. Senza dover contare sul destino idiota.
Si può provare odio per le proprie sensazioni?
Si può odiare il dolore?
Io non ho odiato il dolore, eppure... contro di lui ho lottato, ho combattuto, ho vinto e ho perso battaglie quotidiane.
Ma è la stanchezza ad aver vinto la guerra.
E' solo una pagina di questa immaginaria intervista. Si può aprire a caso una qualsiasi pagina di questo piccolo libro e trovarvi sempre pensieri e senzazioni profonde che se da un lato inquietano dall'altro inneggiano alla bellezza della vita.