franceska
CON LA "C"
"Una vita normale, dedita allo studio e alla realizzazione di un piccolo sogno: una mattina qualunque, la decisione di dare uno scossone rivitalizzante a quella routine poco eccitante, una decisione che quella vita l'avrebbe cambiata per sempre. La chimera dei soldi facili, l'occasione propizia e un paio di contingenze favorevoli contribuiscono a fomentare il gene dell'azzardo fino ad allora dormiente e da lì in poi la strada si fa sempre più buia, un tunnel in fondo al quale non c'è luce, neanche quando la prospettiva di un lavoro stabile rischiara momentaneamente l'orizzonte. E' solo fumo negli occhi, la tentazione è dietro l'angolo ogni singolo minuto del giorno e il gioco finisce per diventare un compagno quotidiano, un riempitivo, un palliativo per la solitudine e un riscatto dalla desolazione dei rapporti sociali. Ma non sarà un amico solidale che faccia sconti."
Ho letto questo libro con l’ansia, ad ogni giro di pagina, di cosa potesse capitare ancora, e con una sorta di tenero affetto verso il protagonista. Un ragazzo buono e indifeso, indifeso nelle proprie debolezze e disarmato dalla sua stessa bontà. Un racconto fatto di solitudine, un buttarsi via, giorno dopo giorno, tra le grinfie del gioco. E’ una storia cruda e forte. Una vicenda che farei leggere a tutti, soprattutto alle nuove generazioni. Lo farei girare nelle scuole. Un tema attuale e sofferto dato che l’azzardo, è ormai in agguato in ogni dove. Chi si fa catturare da questo miserabile gene, soffre al pari di un drogato, di un alcoolista, perciò, prima di arrivare a disintossicarsi, sarebbe meglio starne alla larga, perché è facile sottovalutare il pericolo. E perciò penso che questo libro, forse trascurato, sia un ottimo deterrente da utilizzare ai giorni nostri. Insomma ho letto un racconto coraggioso, ben scritto, pazzesco, e oltre allo sgomento che mi permane dentro, non mi resta che fare i complimenti all’autore.
Ho letto questo libro con l’ansia, ad ogni giro di pagina, di cosa potesse capitare ancora, e con una sorta di tenero affetto verso il protagonista. Un ragazzo buono e indifeso, indifeso nelle proprie debolezze e disarmato dalla sua stessa bontà. Un racconto fatto di solitudine, un buttarsi via, giorno dopo giorno, tra le grinfie del gioco. E’ una storia cruda e forte. Una vicenda che farei leggere a tutti, soprattutto alle nuove generazioni. Lo farei girare nelle scuole. Un tema attuale e sofferto dato che l’azzardo, è ormai in agguato in ogni dove. Chi si fa catturare da questo miserabile gene, soffre al pari di un drogato, di un alcoolista, perciò, prima di arrivare a disintossicarsi, sarebbe meglio starne alla larga, perché è facile sottovalutare il pericolo. E perciò penso che questo libro, forse trascurato, sia un ottimo deterrente da utilizzare ai giorni nostri. Insomma ho letto un racconto coraggioso, ben scritto, pazzesco, e oltre allo sgomento che mi permane dentro, non mi resta che fare i complimenti all’autore.