322° MG - Come d'aria di Ada D'Adamo

alessandra

Lunatic Mod
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Da oggi @isola74 e io inizieremo la lettura di Come d'aria di Ada D'Adamo.

E' la storia vera dell'autrice, morta nel 2023 pochi giorni dopo la candidatura per il Premio Strega (che poi ha vinto).

Dal risvolto di copertina:
Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi. Ada è la madre, che sulla soglia dei cinquant'anni scopre di essersi ammalata. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontarle la loro storia. Tutto passa attraverso i corpi di Ada e Daria: fatiche quotidiane, rabbia, segreti, ma anche gioie inaspettate e momenti di infinita tenerezza. Le parole attraversano il tempo, in un costante intreccio tra passato e presente. Un racconto di straordinaria forza e verità, in cui ogni istante vissuto è offerto al lettore come un dono.

Chiunque voglia unirsi a noi è il benvenuto, credo che leggere pagine di questo tipo sia doloroso ma arricchisca.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Letto fino al capitolo Quattro.
Sembra dura, spero di farcela.
Mi è piaciuta molto la prima pagina intitolata "Gravità" in cui l'autrice paragona i due significati di questa parola, una legata alla forza di gravità, che la figlia non può conoscere, e l'altra alla gravità nel senso di disabilità grave, che è quella che invece caratterizza Daria. Mi ha colpito anche il paragone con il ballo, dato che la madre era una ballerina, cosa che non sapevo.
 

isola74

Lonely member
Eccomi ! non ho ancora iniziato quindi ho letto solo il tuo primo messaggio, ma stasera recupero😊
 

isola74

Lonely member
Primi cinque capitoli.

Tristezza e sfortuna sono le parole che lego a questi primi capitoli.
Com'è possibile che si concentrino insieme così tanto dolore e sofferenza?


Ps
Mi sono chiesta, per quel che può valere, se fosse possibile che l'ecografia morfologica non abbia mostrato anomalie, da quel che ricordo ci sono proprio una serie di immagini esclusivamente del cervello.
 

isola74

Lonely member
Fino al capitolo 10
A fatica sto andando avanti. E non perché il libro sia scritto male, anzi.
E' la tristezza che ti assale ad ogni rigo. Apprezzo moltissimo i capitoli brevi che ti danno un po' di tregua.

A un certo punto l'autrice dice che anche nella disabilità c'è il bello e il brutto, e un disabile "bello" è guardato con più compassione e simpatia. Che cosa terribile, ma so che è vera.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Anch'io capitolo 10
Io invece faccio fatica a staccarmi. Il libro è doloroso, eppure c'è qualcosa che mi tiene incollata alle pagine, ieri notte mi sono dovuta fare violenza per interrompere la lettura (era molto tardi).
Mi commuovono i brevi aneddoti che racconta tra un capitolo e l'altro, come quello in cui gli altri bambini guardano incantati Daria sul servoscala, come se fosse una magia.
Primi cinque capitoli.

Tristezza e sfortuna sono le parole che lego a questi primi capitoli.
Com'è possibile che si concentrino insieme così tanto dolore e sofferenza?


Ps
Mi sono chiesta, per quel che può valere, se fosse possibile che l'ecografia morfologica non abbia mostrato anomalie, da quel che ricordo ci sono proprio una serie di immagini esclusivamente del cervello.
Infatti anche lei sottolinea questo nella lettera a La Repubblica in cui scrive parole molto forti ma (per me) pienamente condivisibili. Non le è stata data la possibilità di scegliere.
 

isola74

Lonely member
Fino al capitolo 20

Entro oggi lo finirò di sicuro. Nonostante il dolore e il senso di ingiustizia che sento a ogni pagina, devo andare fino alla fine, anche se so quale è la vera fine.

Volevo dire che le frasi dei compagni di classe che fanno da apertura ai capitoli sono un raggio di sole in questa vita tempestosa. I bambini sanno essere spietati sì, ma anche infinitamente giusti e veri
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Velocissima! Commenta tranquillamente, leggerò dopo, anche perché io non lo finirò oggi, devo iniziare il ventesimo capitolo.
Mi piace la schiettezza dell'autrice, il modo in cui parla della figlia, tra le pagine si percepisce un amore sconfinato per lei ma allo stesso tempo i forti disagi materiali e psicologici , la fatica delle notti insonni ad ascoltare impotenti il suo pianto, la solitudine, il fatto che gli amici e persino le famiglie si allontanino, chi per imbarazzo e chi perché vengono meno le occasioni di contatto. Non oso pensare a come è finita la loro storia, mi chiedo chi adesso si prenda cura di Daria.
 

isola74

Lonely member
Commento finale.
È inutile girarci intorno: Il libro è tristissimo e probabilmente non adatto ad essere letto da tutti, ma io sono contenta di averlo fatto .
È ben scritto e, soprattutto, è scritto senza ipocrisia, senza falsi pudori, descrivendo esattamente quello che succede in una famiglia con un figlio fortemente disabile.
Chi si prende cura di un malato grave non è un eroe, né vuole esserlo. Anzi, preferirebbe non doverlo fare affatto, ed è umano.
Ciò che non è umano spesso è tutto il resto che circonda queste persone: burocrazia, mancanza di fondi, inesperienza, ignoranza.

Mi sono chiesta anche io chi si prenderà cura di Daria, sicuramente avrà sofferto molto per la mancanza della mamma.

Infine, voglio spendere anche io una parola sulla lettera che l'autrice mandò a La Repubblica sulla possibilità di scelta. È vero che sono parole molto pesanti, ma sono profondamente vere e importanti.
È stata felice di aver avuto sua figlia ? sì
Avrebbe voluto poter scegliere se averla ? sì
Una cosa non esclude l'altra.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Anch'io sono contenta di averlo letto, a parte l'alta qualità della scrittura (la D'Adamo è riuscita a trovare parole evocative, sempre perfettamente aderenti a ciò che vuole esprimere e profondamente sincere) per il suo contenuto, perché è una storia vera di cui è protagonista una donna coraggiosa che tra le righe riesce a trasmettere la sua forza, indipendentemente da come è andata a finire o forse anche alla fine, quando l'epilogo sembra essere chiaro anche a lei.
Quando racconta aneddoti legati a Daria, la ragazzina è spesso allegra o sorridente, è possibile che anche l'atteggiamento non pietistico della madre abbia influito sul suo carattere.
Sono perfettamente d'accordo @isola74 per ciò che riguarda la lettera sulla possibilità di scelta, non avrei saputo dirlo con parole migliori. L'amore o la gioia di avere sua figlia non toglie niente al fatto che non le è stata concessa la possibilità di scelta, poi se sarebbe stata più o meno felice, o se la figlia lo sia o meno, questo credo che nessuno possa dirlo ma è già un altro discorso.
 
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