320° MG - La baia del francese di Daphne du Maurier

MonicaSo

Well-known member
Sono anche io all'8°.
Questo pirata è uno stereotipo romantico d'altri tempi... da bambina me lo sarei immaginato proprio così il "pirata" dei sogni... crescendo mi sono avvicinata di più al tipo Jack Sparrow
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Capitolo 12
Il francese mi piace, è un gentiluomo. Dona mi sembra non solamente volersi ribellare al suo ruolo di moglie e madre ma volersi ribellare nello specifico al suo essere nata donna, mi sembra nel suo travestirsi da uomo che voglia proprio vivere come un uomo.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Capitolo 12

Tralasciando i dubbi sul suo carattere, capisco anch'io il desiderio di libertà di Dona, di evadere da una vita che non le piace.

Unica cosa che non apprezzo in questo capitolo è la leggerezza con cui lei e il francese parlano dei presunti stupri alle contadine. Il francese può davvero garantire per tutti i suoi uomini? L'argomento viene solo sfiorato, anche da Dona, come se non possa esistere il minimo dubbio che siano queste contadine a cercare i pirati.
Non so in questo romanzo mi sembra che qualunque cosa tocchi la morale sia trattato con leggerezza, senza spiegare o approfondire nulla.
 
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Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Anche io condivido la riflessione di Roberto sul modo di commentare le violenze subite dalle donne... è un modo di affrontare l'argomento che noi oggi non possiamo più accettare
E neanche allora! Specie sentirlo dire da una donna, perché posso capire il francese che è un uomo e in quell'epoca ci sta. Ma una donna? Perché l'autrice l'ha creata così? Sono curioso di sapere se verrà fuori un perché.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Capitolo 16
Mi chiedo, se Dona disprezza così tanto il marito allora perchè lo ha sposato? Il marito non sospetta minimamente la crisi che sta attraversando sua moglie, sono due persone che non si conoscono affatto. I motivi di questo matrimonio non vengono approfonditi, la du Maurier sembra identificarsi moltissimo in Dona e sembra che la sua unica urgenza sia donare al suo personaggio momenti di quella libertà sognata, tutto il resto sembra non interessarle o quantomeno non le interessa approfondirlo. La figura del marito è davvero molto banalizzata (la vede abbronzata e non gli viene nessun dubbio) e comunque il modo in cui Dona si prende gioco di Harry mi disturba, avrei preferito che avesse parlato apertamente col marito della sua crisi, in modo sincero. No davvero Dona non mi piace, non mi piacciono i sotterfugi e le bugie.
 

qweedy

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Capitolo 16
Mi chiedo, se Dona disprezza così tanto il marito allora perchè lo ha sposato?
Probabilmente quando lo ha sposato in lei prevaleva la Dona mondana. Poi nonostante i due figli e il marito l'insoddisfazione per quel tipo di vita si è fatta strada in lei, ed è sfociata nella Dona di ora, che disprezza la sua vita precedente, i suoi compagni di divertimenti, e anche se stessa per come era allora.

Il libro ha un buon ritmo, sto procedendo velocemente, ho finito il capitolo 21. Mi chiedo come finirà, quale sarà la scelta di Dona.
In quest'ultimo capitolo il marito mi appare sotto una luce migliore, è una brava persona che beve perché non si sente all'altezza della situazione, non riesce a comprendere la moglie, è consapevole che lei non lo ama, eppure lui la vuole così com'è, non vuole che cambi o che rinsavisca.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Capitolo 20
Sì anche per me il libro ha un buon ritmo, infatti anche se non condivido la condotta di Dona riconosco all'autrice una maestria di scrittura nel tenere sempre alta l'attenzione e il senso di suspense. Poi la descrizione dell'ambiente esterno la trovo spettacolare.
 
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qweedy

Well-known member
Finito!
Pur essendo un romanzo leggero, l'ho apprezzato e mi è piaciuto, sia per lo stile di scrittura scorrevole e per il ritmo delle avventure, sia per le magnifiche descrizioni della Cornovaglia. I protagonisti mi sono piaciuti, sia Dona con la sua voglia di libertà, sia il marito che non è così debole come può sembrare, sia il pirata che ha il fascino del mascalzone bello e impossibile, sia il cameriere così strano.

Dana è secondo me l'alter ego della scrittrice, con il suo desiderio di fuga e della libertà che era concessa solo agli uomini.
Dalla sua biografia leggo che il padre era un importante attore e impresario teatrale, affascinante ma opprimente e intransigente, maschilista e omofobo senza riserve e sembra fosse rimasto molto deluso dall’aver avuto tre figlie femmine.
La scrittrice dichiarò che a forza di sentirsi rimproverare di non essere un maschio, cominciò a desiderare così tanto di essere un maschio che finì per ritrovarsi una sorta di doppia personalità. Da un lato, quella di una signora rispettabile, sposata a un militare eroe di guerra e madre affezionata di tre figli. Dall’altro, quella di “the boy in the box”, il ragazzo chiuso dentro di lei, che riusciva a liberarsi solo attraverso la pratica della scrittura e, forse, tramite relazioni intime con donne altrettanto indipendenti e trasgressive. Si sentirà sempre un'anima maschile imprigionata in un corpo femminile.
Daphne, poi Lady Browning, si rivela una madre amorevole di tre figli, ma indipendente: al momento del suo trasferimento ad Alessandria d’Egitto, lascerà le due figlie ai nonni e alle tate, dichiarando “Io non sono una di quelle madri che vivono per avere i loro marmocchi con loro tutto il tempo“.
Negli ultimi anni di vita, il marito Frederick, proprio come era accaduto al padre Gerald, inizia a bere e a soffrire di una depressione che sfocerà in un forte esaurimento nervoso, forse causato, fra l'altro, da una segreta passione per la principessa Elisabetta, con la quale Frederick intrattiene rapporti di lavoro.
La protagonista di La baia del francese, uscito originariamente nel 1942, è appunto un’altra donna che nasconde dentro di sé “the boy in the box”.
 
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