McCarthy, Cormac - Il buio fuori

qweedy

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"In una capanna al limitare del bosco, la giovane Rinthy dà alla luce un bambino. Culla, padre del bimbo e fratello di Rinthy, si libera del neonato abbandonandolo in riva al fiume. Certa che il figlio sia vivo, la donna parte alla sua ricerca per le strade di una terra desolata. Culla, a sua volta, rincorre la sorella per le stesse strade, mosso da un'uguale certezza di ritrovarla. Al loro girovagare si intreccia quello di una malvagia «trinità» che sfiora via via le misere esistenze di una serie di personaggi tingendole di sangue. E quando i protagonisti si incontreranno, l'epilogo avrà tratti d'inimmaginabile crudeltà. Alle imprese scellerate degli uomini fa da contrappunto la leggiadra perfezione della natura, come se a crearla fosse stata una divinità diversa da quella che sovrintende alle cose degli uomini."

Pubblicato nel 1968, è il secondo romanzo di Cormac McCarthy e anche qui tutto si svolge sulla strada. Una strada immersa in una natura desolata, ma l’universo umano di McCarthy è ancora più duro e spietato, come un pugno nello stomaco.

Culla percorre la strada alla ricerca della sorella, e l'atteggiamento della gente di campagna che incontra è diffidente e sospettoso. Quando qualche evento colpisce una comunità il primo a essere sospettato è lui, che si presenta sempre come un estraneo. Finisce accusato di furto, omicidio, violazione di domicilio e perfino di aver incitato una mandria di porci alla rivolta. Culla sembra perseguitato da una maledizione biblica.
Parallelamente anche la sorella Rinthy vaga di villaggio in villaggio alla ricerca del suo bambino, chiedendo aiuto e un po' d'acqua. A differenza del fratello, Rinthy riesce a farsi benvolere e riceve le cure e l'attenzione delle persone che incontra. Anche quando si mette in situazioni pericolose, riesce a venirne fuori senza danni.

Un romanzo breve, straordinario e durissimo. Il buio, più che fuori, è dentro le persone.
Consigliato a chi ha amato "La strada" e Agota Kristof.
voto 10


"Il sole del tardo pomeriggio allungò le loro ombra sul cladio e sul falasco bruciato quando spuntarono in cima al dirupo e avanzarono lentamente in fila indiana, molto in alto rispetto al fiume ma in qualche modo altrettanto inesorabili."


…Il bambino urlava la sua maledizione al mondo tenebroso e maleodorante in cui era nato…”


"E' la gente dura che rende i tempi duri. Ho visto tanta cattiveria tra gli uomini che non so perché Dio non ha ancora spento il sole e non se n’è andato."


"La strada proseguiva insinuandosi nel folto della foresta e in un'umidità perenne, e la casa era coperta da una spessa coltre vellutata di muschio e lichene ed avvolta da un palpabile miasma di decomposizione. I polli avevano grattato via la terra dal cortile, al punto che nodosità e sporgenze delle radici degli alberi spuntavano ovunque dal suolo in grottesche configurazioni, simili ad una congrega di folli improvvisamente denudati in tutti i loro contorti atteggiamenti di dolore."


"Perché non pregate per riavere i vostri occhi?
Credo che sarebbe un peccato. Quei poveri occhi possono solo farvi vedere ciò che accadrebbe comunque. Se un cieco avesse bisogno degli occhi, avrebbe gli occhi.
Eppure sono convinto che vi piacerebbe vedere dove state andando.
Che bisogno ha un uomo di vedere dove sta andando, se verrà comunque mandato là?"

"Davanti a lui si estendeva una radura spettrale di cui si scorgevano solo gli alberi nudi, in atteggiamento di agonia vagamente umana, come figure in un paesaggio di dannati. Un giardino su cui ristagnava il fumo dei morti, che scompariva verso la curva dell'orizzonte. Tastò con il piede il fango davanti a lui... Fece un passo indietro. Un vento putrido soffiava da questa desolazione e le canne palustri e le felci nere tra i quali si infilava dolcemente, ondeggiavano come schiere incatenate. Si chiese come mai ci fosse una strada in un posto così."
 
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