LettriceBlu
Non rinunciare mai
Trama:
È l'inverno del 1943: nell'Europa scossa dalla seconda guerra mondiale, l'Albania subisce senza piegarsi l'occupazione tedesca. Nel piccolo villaggio di Rragam, nel nord del paese, Kajan guarda il mondo cambiare attraverso gli occhi curiosi di un bambino di sette anni. I suoi genitori sono partigiani e sono sulle montagne a combattere contro i nazisti, così accanto a lui ci sono l'amatissimo nonno Betim e Cornelius, un personaggio dal passato misterioso che segnerà la vita di Kajan. Alla fine della guerra, la vita del protagonista sembra scorrere su binari sicuri e promette di andare verso un futuro radioso, ma nell'Albania dominata dalla dittatura comunista e nell'Europa spaccata in due dalla guerra fredda, niente è come sembra. Dietro ogni angolo si nascondono ombre e pericoli che spingeranno il destino di Kajan a compiere traiettorie imprevedibili. In questo romanzo di formazione, Ermal Meta racconta la storia di Kajan, che cresce nel cuore dei conflitti del Novecento, un'anima sensibile catapultata in mondi lontani.
Commento:
Nel raccontare la storia di Kajan l’autore non fa sconti, ciò che vuole trasmettere è chiaro fin dai primissimi capitoli: l’Albania ha vissuto momenti terribili,a causa inizialmente della Seconda Guerra Mondiale e subendo poi un durissimo regime comunista protrattosi per decenni. Efficacissima la parte iniziale, conoscere gli eventi dal punto di vista di un bambino innocente ne amplifica l’atrocità e rende ancora più straziante la sofferenza che causano. Proseguendo, vediamo Kajan diventare adulto e risplendere grazie al suo immenso talento con il pianoforte: sognatore, malinconico, curioso e forse troppo fiducioso e ingenuo per l’ambiente e il momento storico in cui vive e da cui rischierà seriamente di essere schiacciato. Il suo talento gli ha permesso di fare esperienze meravigliose e impensabili per la maggior parte dei suoi coetanei connazionali, trovare amici sinceri e costruirsi una famiglia; ma la sorte, e in certi casi l’immaturità, gli hanno richiesto un prezzo da pagare spaventosamente alto: nonostante tutto, ciò che alla fine rimane è la speranza, nel futuro, nel cambiamento e nella rinascita di un popolo che non può non avvenire dopo aver toccato il fondo ed averne ampiamente pagato le conseguenze.
In alcuni capitoli seguiamo anche altri punti di vista, che fanno sì che si abbia una visione delle cose più ampia di quella del protagonista e rendono più intuibili alcuni colpi di scena finali. Questo non inficia tuttavia sulla bellezza di una storia narrata con delicatezza difficile da eguagliare, che fa spessissimo battere il cuore fortissimo e restare con il fiato sospeso, con un cast di personaggi indimenticabili che smuovono l’anima, tanto i buoni quanto purtroppo i cattivi.
È l'inverno del 1943: nell'Europa scossa dalla seconda guerra mondiale, l'Albania subisce senza piegarsi l'occupazione tedesca. Nel piccolo villaggio di Rragam, nel nord del paese, Kajan guarda il mondo cambiare attraverso gli occhi curiosi di un bambino di sette anni. I suoi genitori sono partigiani e sono sulle montagne a combattere contro i nazisti, così accanto a lui ci sono l'amatissimo nonno Betim e Cornelius, un personaggio dal passato misterioso che segnerà la vita di Kajan. Alla fine della guerra, la vita del protagonista sembra scorrere su binari sicuri e promette di andare verso un futuro radioso, ma nell'Albania dominata dalla dittatura comunista e nell'Europa spaccata in due dalla guerra fredda, niente è come sembra. Dietro ogni angolo si nascondono ombre e pericoli che spingeranno il destino di Kajan a compiere traiettorie imprevedibili. In questo romanzo di formazione, Ermal Meta racconta la storia di Kajan, che cresce nel cuore dei conflitti del Novecento, un'anima sensibile catapultata in mondi lontani.
Commento:
Nel raccontare la storia di Kajan l’autore non fa sconti, ciò che vuole trasmettere è chiaro fin dai primissimi capitoli: l’Albania ha vissuto momenti terribili,a causa inizialmente della Seconda Guerra Mondiale e subendo poi un durissimo regime comunista protrattosi per decenni. Efficacissima la parte iniziale, conoscere gli eventi dal punto di vista di un bambino innocente ne amplifica l’atrocità e rende ancora più straziante la sofferenza che causano. Proseguendo, vediamo Kajan diventare adulto e risplendere grazie al suo immenso talento con il pianoforte: sognatore, malinconico, curioso e forse troppo fiducioso e ingenuo per l’ambiente e il momento storico in cui vive e da cui rischierà seriamente di essere schiacciato. Il suo talento gli ha permesso di fare esperienze meravigliose e impensabili per la maggior parte dei suoi coetanei connazionali, trovare amici sinceri e costruirsi una famiglia; ma la sorte, e in certi casi l’immaturità, gli hanno richiesto un prezzo da pagare spaventosamente alto: nonostante tutto, ciò che alla fine rimane è la speranza, nel futuro, nel cambiamento e nella rinascita di un popolo che non può non avvenire dopo aver toccato il fondo ed averne ampiamente pagato le conseguenze.
In alcuni capitoli seguiamo anche altri punti di vista, che fanno sì che si abbia una visione delle cose più ampia di quella del protagonista e rendono più intuibili alcuni colpi di scena finali. Questo non inficia tuttavia sulla bellezza di una storia narrata con delicatezza difficile da eguagliare, che fa spessissimo battere il cuore fortissimo e restare con il fiato sospeso, con un cast di personaggi indimenticabili che smuovono l’anima, tanto i buoni quanto purtroppo i cattivi.
