Mozes Kor, Eva - Le gemelle di Auschwitz

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Una storia vera​

Le due sorelle deportate a soli dieci anni nel più terribile campo di sterminio e miracolosamente sopravvissute

"Nell’estate del 1944, Eva Mozes Kor giunse ad Auschwitz con la sua famiglia. I genitori e le due sorelle maggiori furono subito mandati alle camere a gas, mentre Eva e la sua gemella, Miriam, vennero affidate alle cure dell’uomo che è passato alla storia come l’Angelo della morte: il dottor Josef Mengele. Eva e Miriam avevano solo dieci anni. Nonostante ai gemelli fosse concesso, all’interno del campo, il “privilegio” di conservare i propri vestiti e i capelli, non venivano loro risparmiati i più atroci esperimenti. Sottoposti ogni giorno a procedure mediche mostruose, moltissimi di loro non sopravvissero. In un racconto crudo, che tratteggia in modo semplice quali erano le condizioni di vita nel più brutale campo di sterminio della storia, l’autrice offre la testimonianza di una bambina che si trova a fronteggiare il vero volto del male. Eva Mozes Kor ha dedicato tutta la vita a tener vivo il ricordo dell’Olocausto, lavorando al tempo stesso per trasmettere un messaggio di pace e perdono che, anche di fronte all’orrore, rappresenta il tesoro più prezioso da conservare."

Questo romanzo è una testimonianza scritta in prima persona dall'autrice Eva Mozes e narra la sua esperienza nel campo di concentramento di Auschwitz. Mengele sperimentava sui gemelli nuove malattie per studiare i casi di sopravvivenza in soggetti uguali. Eva era decisa a sopravvivere e ci riuscì con forza e determinazione, salvando anche la sua gemella da morte certa per denutrizione.
Un lungo racconto in realtà, toccante, crudele e vero.
Eva Mozes sposata in America Kor, alla fine perdona, decide di perdonare e gira il mondo per testimoniare e ricordare. Il perdono, per cui sarà anche attaccata violentemente, lei lo concede a titolo personale, a chi, nazista pentito, vorrà pur se condannato, liberarsi di un peso morale insopportabile.
Eva Mozes ha fondato l’associazione CANDLES (Children of Auschwitz Nazi Deadly Lab Experiments Survivors), un Museo dell'Olocausto e un Centro Educativo.
Una donna speciale Eva, sempre vestita di azzurro, una sorta di eroina, morta a 86 anni nei pressi di Auschwitz, in un ennesimo viaggio di testimonianza.

Consigliato!

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Un giorno il nostro libro di matematica ci presentò il seguente problema: “Se hai cinque ebrei e ne uccidi tre, quanti ebrei ti restano?”

Ci allineammo una accanto all’altra sulla banchina di cemento. Mi colpì molto un odore: uno strano tanfo che non avevo mai sentito prima. Mi ricordava un po’ quello della pelle di pollo bruciata. Mentre io e Miriam restavamo aggrappate l’una all’altra, ci fecero raggiungere un gruppo di tredici coppie di gemelli che erano scese dal nostro stesso treno: ventisei bambini in totale, tutti spaventati e confusi.”

Che il motivo fosse quello oppure no, non mi potevo autocommiserare e non potevo compatire né Miriam né nessun altro. Non potevo vedermi come una vittima, se non volevo soccombere. Era semplice. Per me non c’era spazio per alcun pensiero eccetto la sopravvivenza.”

“Ad Auschwitz era facile morire. Sopravvivere era un lavoro a tempo pieno.”

"La rabbia è un seme di guerra, il perdono un seme di pace."
 
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