Orwell, George - Memorie di un libraio

Minerva6

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Da Ibs: Memorie di un libraio è un ironico, colto, originale viaggio nel mondo dei libri in compagnia di uno dei più grandi autori del Novecento. George Orwell descrive le lunghe giornate trascorse come commesso in una libreria dell'usato, tra volumi polverosi e clienti stravaganti; ci fa apprezzare quei «buoni brutti libri» che, pur senza pretese, offrono un'oasi di pace; abbozza il ritratto del «recensore tipo», costretto a elogiare anche ciò che disprezza; dimostra cifre alla mano che leggere è un passatempo più economico di molti altri.

Ho deciso di leggere questo breve resoconto sui libri innanzitutto perché anche io avrei voluto essere una libraia o almeno una commessa di libreria. E poi perché questo autore mi piace anche nel suo ruolo meno letterario/romanzato, più giornalistico/saggistico (infatti ho apprezzato molto Omaggio alla Catalogna).
Ecco un paio di passi che mi hanno particolarmente colpita :
E se il nostro consumo di libri rimane basso come è stato, almeno lasciateci dire che è perché leggere è un passatempo meno eccitante rispetto alle corse dei cani, al cinema o al pub, e non perché i libri, comprati o presi in prestito, sono troppo costosi. («Tribune», 8 febbraio 1946)

Oltre al bisogno di guadagnarsi da vivere, credo esistano quattro buone ragioni per voler scrivere, o almeno per scrivere prosa. Sono presenti in misura diversa in ogni scrittore, e in ogni scrittore la proporzione varierà di volta in volta: puro egoismo, entusiasmo estetico, impulso storico e fine politico (dando al termine "politico" il significato più ampio possibile).


E una breve citazione:
Io sono la larva che non si è mai trasformata.
 
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